matteo200486 8 / 10 20/12/2007 00:07:11 » Rispondi "Io la barzelletta, te l'ho raccontata fino alla fine non fino a metà"
Ottimo esordio dietro la macchina da presa di Fabrice Du Welz, regista francese che, come il connazionale Aja, ha tentato di rispolverare e rinnovare un genere quale l'horror. Con Calvaire Du Welz riscopre uno degli elementi portanti del genere horror, la tensione. Essa è piuttosto presente durante l'intera pellicola, crescendo in un climax fino al finale inasspettato. Il tutto è facilitato da un'atmosfera torva, oscura, sembra una fiaba nera nella quale gli ambienti circostanti i personaggi risultano eterei, indefiniti. Questa è la sensazione che mi ha trasmesso. Un'estremo malessere, una solitudine universale di tutti i personaggi alla continua ricerca d'affetto, d'appoggio per uscire dalla loro buia e squallida esisenza. Da Bartel allo stesso Marc Stevens, tutti accomuna dalla solitudine. Il film evidenzia anche il tema della follia, della malattia mentale, crisi d'identità che portano il protagonista stesso a perdere la propria via, il proprio essere. Un film profondo per quanto è possibile, un film pessimista e privo della speranza di riuscire ad uscire dall'eterna e sempre presente solitudine umana. Buona la regia, anche se in alcuni punti eccessivamente "ballerina", e buona anche la prova del cast. Sicuramente consigliato soprattutto per gli amanti del genere e non solo