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HARD CANDY regia di David Slade

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Blutarski     6 / 10  11/03/2008 17:17:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mi sembra come sparare sulla croce rossa nel senso che chi non vorrebbe fare tutte queste cose a un pedofilo? La figura della ragazzina è sconcertante almeno quanto quella del pedofilo, una sadica isterica malata mentale che svolge un pò il ruolo di nemesi per il pedofilo. Un errore della sceneggiatura è secondo me quello di non rendere subito cosciente lo spettatore della colpevolezza del protagonista, è o no un pedofilo? è un pedofilo addescatore? è un pedofilo guardone? e anche un assassino? In questo modo il sadismo della ragazza rimane tale e non svolge la funzione vendicatoria/liberatoria che cerca di costruire, ma porta solo irritazione verso questa saccente ragazzina.

Quello che dovrebbe essere uno spunto di riflessione su un tema tanto importante è in realtà una visione tirannica dovuta alla 'dura lex,sed lex' imposta dalla quattordicenne che metaforicamente rappresenta la morale comune punitrice. Non c'è nessuna difesa possibile perchè significherebbe schierarsi per la pedofilia. La rabbia di lei è infatti fredda e distaccata, non la rabbia che potrebbe venire da una parente della vittima, è la rabbia della Zia Denise, è la rabbia della società intera.

Il film pretende di essere sbrigativo su questioni che a mio parere richiedono ragionamenti più approfonditi e non condanne che certo nessuno penserebbe mai di mettere in dubbio. Ci sono diversi momenti in cui questo si percepisce dai dialoghi che accennano soltanto a questioni morali scartandole come luoghi comuni. Per esempio la pedofilia è un fenomeno sociale o naturale? La ragazzina dice di se stessa: sono nata cattiva o ci sono diventata? E' ovvio che la domanda è in realtà a doppio senso vale per lei come per lui.. ma tutto ciò viene scartato come luogo comune inutile, non ha importanza per la sentenza finale di autosoppressione. Il messaggio di fondo è che i pedofili meritano questa fine, una pubblica crocifissione o un'autosoppressione.

E' un pò come parlare di castrazione chimica o pena di morte, ne più ne meno. Ammettiamo la castrazione chimica? Bene allora ammettiamo anche la pena di morte, senza se e senza ma.
Blutarski  11/03/2008 17:18:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
adescare... mi sono inventato una D.
denny86  15/03/2008 15:55:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Capisco quello che vuoi dire, ma il voto così "basso" è dovuto al fatto che il film è troppo sbrigativo su una questione così importante come quella della pedofilia? Oppure ci sono altre cose che non ti sono piaciute nel film?
Blutarski  15/03/2008 20:23:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Credo che non ci sia una chiara struttura di fondo, un pensiero preciso anche se in apparenza si percepisce il contrario. Non è questione di rispetto verso il tema, ma se vuoi fare una riflessione così generalizzata devi avere una certa 'onestà intellettuale'. Guarda come sono strutturati i personaggi, sembrano così 'impersonali', questo significa che il regista li ha spogliati di qualsiasi caratterizzazione per renderli in un certo senso figure, esemplari diciamo, che tuttavia non rispecchiano la realtà tutta a mio parere. Vuole essere qualcosa di più di un semplice thriller.
Io mi sarei concentrato maggiormente sulla trama ad esempio.

PUò sembrarti riduttivo ma forse il film può essere riassunto dalla risposta alla domanda: "Cosa faresti se avessi davanti un pedofilo inerme?"
denny86  16/03/2008 14:20:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
In effetti penso che un personaggio come quello interpretato da Ellen Page sia alquanto improbabile da trovare in realtà, anche se questo, almeno secondo me, ha reso il film ancora migliore.
Simmetria84  17/04/2008 17:01:20Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
finalmente un ragionamento!
le mie considerazioni a caldo: credo sia un film sbagliato, e intellettualmente ingenuo. A prescindere da qualsiasi interpretazione
tecnica (per le quali non c''è molto da dire), il film manca di una vera riflessione sul tema della pedofilia, nel senso che per tutto il film non si cerca in alcun modo di scostare il punto di vista per lo spettatore, tutto è semplificato a una visione bianco nero, lui è male e lei è il suo redentore. Vi è anche molta superficialità nel tessere ciò che circonda la vita del fotografo, di cui ne rimane solo un quadro sfumato. A tutto ciò si preferisce una sadica violenza psicologica che conferma i suoi motivi solo nella parte finale (tetto) in cui si fa luce sulla questione principale: chi ha ammazzato la ragazzina.
Eppure assistiamo solo a un banale capovolgimento dei ruoli, il sadico diventa vittima e la vittima il carnefice (della peggior razza)... ma si perde decisamente il lato psicologico. E'' cosi ed è bene che sia così... sembra essere il motto del film.
Una cosa ho trovato positiva, in qualche modo nello smascherare l''ipocrisia del pensiero dello spettatore che nel guardare la castrazione del protagonista si immedesima nel personaggio e si avvicina a quest''ultimo, ma si ricrede nelle scene subito dopo...
Allora c''è da domandarsi dove si trova il giusto? non certo nei due personaggi
Invia una mail all'autore del commento goat  12/03/2008 14:21:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi


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Blutarski  13/03/2008 11:42:39Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
:D si alla grande, tutto perfetto! Grazie ancora caro Goat!
goophex  03/08/2008 09:13:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"In questo modo il sadismo della ragazza rimane tale e non svolge la funzione vendicatoria/liberatoria che cerca di costruire, ma porta solo irritazione verso questa saccente ragazzina"

ottima analisi ;)

Blutarski  03/08/2008 20:54:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
grazie... ma credo che la tua sia un pò più incisiva e precisa.