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CHILDREN OF MEN - I FIGLI DEGLI UOMINI regia di Alfonso Cuarón

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Spotify     7 / 10  23/09/2016 05:19:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un valido film di fantascienza distopica, probabilmente nel suo genere è un dei pochi che ha avuto successo nell'arco degli ultimi 10 anni (l'altra pellicola di punta è certamente V per Vendetta). La trama, nonostante presenti tutti le classiche caratteristiche del cinema distopico, è comunque abbastanza innovativa, segnale che questo genere, insieme a pochi altri, può ancora sfornare prodotti originali e interessanti. La storia è la seguente: nel 2027 il mondo è completamente collassato, ci sono guerriglie ovunque, i governi sono saltati, regna l'anarchia e soprattutto la cosa più grave è che da 18 anni, a causa di un misterioso male, le donne non sono più fertili. L'unica città dove ancora si può condurre una vita all'apparenza normale, è Londra (dove comunque sono presenti numerose difficoltà). Un giorno, l'ex attivista politico Theo, dalla vita grigia e monotona, accetta, o meglio, viene quasi costretto da un gruppo di terroristi, i quali si battono per i diritti degli immigrati clandestini, a condurre Kee, una ragazza nera rimasta miracolosamente incinta, al progetto umano, una grossa nave dalla quale l'umanità sta tentando di ripartire. Comincerà un'avventura drammatica e piena di peripezie in un mondo ormai devastato. Il regista Cuaron, autore di diversi film che hanno avuto successo, realizza una pellicola molto sociale e piena di tematiche che ad oggi sono più che mai attuali. Una di queste, è sicuramente l'immigrazione. Quanto ne sentiamo parlare oggi? E quante volte sentiamo dei maltrattamenti perpetrati ai poveri profughi? Sempre. Diciamo che il regista ha anticipato tutti di 10 anni, proponendo allo spettatore scene identiche a quelle che vediamo oggi al telegiornale o su internet. Si noti poi, come la vicenda sia impregnata di un certo animo filo-comunista, in quanto il gruppo di terroristi che si fa chiamare "pesci" opera a favore degli immigrati, una specie di "Brigate Rosse". Senza dubbio, era rischioso mettere nella trama di un film distopico, una tematica del genere, all'apparenza si poteva pensare che non si sarebbe amalgamata con tutto il resto della sceneggiatura, però Cuaron, con moltissima abilità, riesce a non cadere nel tranello, mescolando benissimo il tema dell'immigrazione con tutto il resto. Tra gli altri temi trattati, c'è sicuramente l'amore per i bambini, senza i quali il mondo, non potrebbe vivere. Loro infatti, rappresentano la gioia di vivere, la spensieratezza, l'allegria, tutte cose che l'uomo, diventando adulto, perde progressivamente. Tra le altre cose, c'è da dire che questo film, ha un certo lato inquietante, si, perché, almeno per come la penso io, si parla di un futuro non così irrealizzabile, anzi, al giorno d'oggi è vicino più che mai! L'ultimo tema importante che Cuaron tratta, è il riscatto di un uomo. Theo infatti, proteggendo e cercando di accompagnare Kee al "Progetto Umano", cerca appunto di riscattare se stesso, dopo aver perso tutto quello che di più caro aveva. La regia è ottima, innanzitutto sono rappresentate benissimo le tematiche sopra indicate, e poi il lato tecnico è tanta roba. Alcune scene sono davvero travolgenti, una su tutte, quella della guerriglia che si scatena al campo profughi, qualcosa di assolutamente meraviglioso quanto crudele. Cuaron adotta uno stile registico che mette molto in soggezione il protagonista, in modo tale da "trascinare" anche lo spettatore sul campo di battaglia. Effetti speciali da paura: le esplosioni sembrano reali, uccisioni cattivissime e anche gli effetti sonori non scherzano affatto! Restando in ambito di tale sequenza, è molto triste la parte dove il regista ci mostra in che condizioni vivono gli immigrati clandestini, scena che arriva dritta al cuore. Toccante anche la parte dove Theo e Kee escono fuori da uno dei palazzi sotto attacco con la bambina e tutti, esercito, ribelli, terroristi, si fermano ad ascoltare quel pianto che ormai pensavano che non avrebbero mai più sentito. Il ritmo scorre via fluido, l'interesse resta sempre molto alto, con la vicenda che cambia volto diverse volte e man mano che passa il tempo, essa si fa sempre più imprevedibile. Gran montaggio, serratissimo e frenetico, è uno dei principali fattori dello scorrere veloce del film. Tensione che non manca, più si va avanti e più essa sale in quanto appare totalmente incerto il futuro di Theo e Kee. Cuaron si dimostra un bravo regista a saper ben gestire l'elemento thrilling all'interno della trama. La storia è raccontata con parecchio pessimismo, quasi come se il regista avesse perso ogni speranza nel genere umano. L'atmosfera infatti è tetra, apocalittica e malinconica. E più va avanti la pellicola, più questa malinconia nello spettatore cresce, perché forse egli sa, che quello che vede nel film, è, almeno in parte, reale. Scenografia stratosferica, splendide tutte le locations devastate dalle continue guerre. Viene letteralmente rappresentato un possibile mondo nel futuro immediato. Ovunque si vada si vede solo distruzione su distruzione. Il campo profughi è realizzato divinamente e in seguito valorizzato al massimo dal director. Anche la fotografia è molto bella, ha dei toni abbastanza cupi, quasi marci, i quali stanno a sottolineare l'aria pesante della pellicola. Poi, si sposa benissimo con le scenografie ed è caratterizzante in svariate scene. Bella la colonna sonora, si distingue da tante altre, determinante in alcune sequenze (vedi spoiler). Il cast non si rivela fenomenale ma al contempo riesce ad essere efficace: Clive Owen non è mai stato un attore impeccabile, tant'è che solo in film come questo può mettere a nudo il massimo delle sue capacità. L'attore britannico si comporta bene, la sua è una recitazione valida, molto intensa e sofferta e in certi punti fa trasparire la tristezza che pervade l'animo del suo personaggio. Tuttavia, Owen tende anche a mostrare i propri limiti, in quanto dimostra poca espressività e poco carisma. Non è un elemento trainante. Meglio nell'interpretazione dei dialoghi. Julianne Moore per quel poco che appare recita bene, in soli 20 minuti tira fuori un'a performance aggressiva e grintosa. Simpatica anche la comparsa di Michael Caine, il quale sfoggia, come suo solito, una grande versatilità. I difetti più grandi secondo me, risiedono nella sceneggiatura e in alcune scelte registiche. Riguardo lo screenplay, dico che innanzitutto i personaggi potevano venir approfonditi meglio, essendo loro interessanti, quindi si poteva qualcosa in più come ad esempio, addentrarsi nel passato che ha visto coinvolti Theo e Julian. Poi ho trovato troppo prevedibile e sbrigativa, tutta la parte dove i membri dei "Pesci" rapiscono la neonata. Non è un avvenimento strutturato, anzi, sembra quasi buttato li, quasi a ricordare allo spettatore che prima o poi questi terroristi sarebbero tornati a prendere ciò che a loro spetta. Altra cosa alla quale viene data solo una relativa importanza, è il caos che regna nel mondo. Elemento sul quale secondo me, si poteva fare molta leva, per dare anche un pizzico di sale in più alla pellicola. E di conseguenza, non viene dato un minimo di spiegazione sul misterioso male che impedisce rende le donne sterili. Il resto della sceneggiatura è buono, c'è un valido impianto narrativo, lineare ma solido, dei dialoghi piacevoli anche se non eccezionali e l'idea di fondo che ha una sua originalità. Riguardo agli errori in fase di regia, Cuaron, dal mio punto di vista, caratterizza maluccio i personaggi, non ce li fa esplorare a fondo pur proponendoci diverse sequenze introspettive con loro protagonisti. Sarebbe stato bello saperne di più sul loro conto. Poi la Moore è sprecatissima, non si capisce perchè un'attrice del suo calibro debba essere impiegata solo una ventina di minuti. Scelta infausta. Il finale poteva essere più ragionato, invece la pellicola si conclude in maniera tronca, senza alcun nesso logico (vedi spoiler).

Conclusione: un'opera gradevole, si guarda con interesse trovando anche il tempo di fare riflessioni sul mondo in cui viviamo, molto simile a quello del film. Se non fosse stato per gli errori grossolani, il voto sarebbe decisamente più alto, però un bel 7++ ci sta tutto.

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