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BOBBY regia di Emilio Estevez

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     6 / 10  30/01/2007 21:21:44Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Siamo noi spettatori interrogare la coscienza degli americani che hanno visto distruggersi l'ultimo grande sogno Liberale e il materializza inevitabile della crisi.
Forse è vero: spesso odiosi, ma perseguitati da troppe sventure per non suscitare, se non simpatia, almeno una sorta di empatica comprensione.

"Bobby" cerca di dirci tutto questo. ma onestamente funziona solo in parte. L'errore ideologico e stilistico è la ragione dei limiti del film.

E' un film onestissimo, che vorrebbe essere un affresco corale sullo spirit of 68", ma ammicca a situazioni da sit-com à la Neil Simon attraverso una sceneggiatura che non riesce ad essere abbastanza credibile per un film d'autore e troppo accademica per un prodotto commerciale.

Il montaggio è spesso molto efficace , anche quando i momenti migliori riescono a catturare la drammatica "attesa" (annunciata) rivelando agli spettatori tutto cio' che si aspetta già di vedere, prima o poi...

Ci sono tanti film diversi che giocano sull'inevitabile effetto-epilogo, come Nashville, Titanic, pure Elephant.

Pero' Estevez racconta un decimo dell'America, con l'ambizione di enfatizzare un sentimento di grande speranza, evitando di interrogarsi sui detrattori del senatore, e per questo la sua "morte annunciata" sembra una scheggia impazzita un'atroce dissenso in una dispersiva e faziosa campagna elettorale a suo favore.

I referenti ad Altman, compresa una citazione di "long goodbye" francamente incomprensibile, aono aopraffatti da uno spirito che vorrebbe essere irriverente (l'inguardabile trip lisergico-giovanile) o blandamente epico (l'oceano di dichiarazioni dello stesso K. nelle immagini di repertorio).

Meglio i personaggi à la Alburquenque (Demi Moore) - vs, chi è Alburquenque? "Nashville" docet - superflui molti altri.

La storia migliore, quella del giovane messicano senza permesso di soggiorno che fa gli straordinari e perde l'occasione di vedere una partita di baseball, è viziata da un micidiale moralismo razziale , mentre Christian Slater riesce ad essere realmente persuasivo.

Le citazioni di Arthur Penn o persino Clarence Browning non fanno che accrescere la confusione generale, mentre i "giovani del vietnam tornano a casa dentro sacchi di plastica".

Trovo particolarmente grave questo bisogno di banalizzare attraverso l'espediente da sit-com realtà così inquietanti.

Puoi mettere insieme starlettes e hippie dementi, mogli insoddisfatte e tanto glamour, e il gioco è apparentemente ben congeniato.

Come lo è del resto l'uso della mdp fissa sui volti angosciati dopo lo sparo

Nell'insieme funziona, a patto di non prenderlo troppo sul serio.

La frase piu' bella del film: "siamo tutte tr.o.ie, tutte quante, solo che alcune di noi vengono pagate"

C'è forse una nuova soap opera in vista?
martina74  31/01/2007 13:04:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non mi trova troppo d'accordo la tua critica sul fatto di aver dato voce solo alla campagna elettorale senza parlare dei detrattori: in fondo il film è pieno non a caso di persone che da Bobby si aspettavano molto ed è giusto mostrarlo.
Il resto invece lo condivido!
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  31/01/2007 13:31:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sì è vero pero' ammetterai che proprio l'attentato (forse volutamente) rappresenta un'imput tragicamente estraneo dove viene forzata la mano sulla grande speranza del popolo verso Bob
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  30/01/2007 22:14:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ho fatto qualche errore di ortografia ahimè... ho scritto troppo in fretta sic