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L'ALBERO DELLA VITA regia di Darren Aronofsky

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ferro84     4 / 10  11/12/2009 01:25:41Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ho sempre considerato Aronofsky uno dei più promettenti registi americani contemporanei ma se non avessi visto prima The Wrestler, penserei di aver preso una cantonata.
In realtà L'Albero della vita è una proposta New Age, dove si cerca di fare un'analisi sul creato e sull'esistenza.
Ora a meno che non ti chiami Kubrick, incamminarsi in simili sentieri è quasi folle, specie se al tuo terzo film e come primo a budget concreto.

Forse non gli sarà parso vero di avere tanti soldi e quindi siccome con un milione di dollari riesce a fare film su tutto ha deciso che con 40 era possibile parlare dei massimi sistemi.

La stoffa c'è ed è innegabile, i contenuti sono superficiali ma rivestiti dalle più moderne teorie New Age, con rielaborazioni approssimative dei testi sacri.
L'Albero della vita è un percorso cabalistico oltre che il mezzo per arrivare alla divinità, in The Fountain tutto si traduce in una sterile riproposizione dei miti dell'immortalità legata alla più banale e scontata tra le storie d'amore.

Poi non ci ho capito più nulla quando tenta la fusione tra scienza e religione, inseguendo una marea di significati riuscendo a prendere solo una marea di cantonate.

Modaiolo, banale e fintamente profondo.........e particolare non da poco, noiosissimo.

CHE PASSO FALSO!
bulldog  27/12/2009 14:59:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Accettabile tutta la tua critica...ma modaiolo no però.
Aronofsky ci ha speso sei anni incontrando numerossissimi problemi ad Hollywood.
Era palese che non avrebbe incassato nulla un film con questi contenuti.
ferro84  08/01/2010 12:08:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Guarda che la spiritualità dell'Albero della vita è ben diversa da quella proposta.

Ti faccio l'esempio su che cosa sia l'Albero della vita.
Nella Genesi ci sono due alberi, uno del bene e del male (mela) e uno dell'immortalità.
In questo contesto l'Albero della vita dà l'immortalità, in realtà ha un significato simbolico ENORME (rappresenta l'ambizione, l'onnipotenza, la capacità di arrivare al divino) e nella Torah viene visto come percorso iniziatico verso la perfezione.

Il significato simbolico dell'Eldorado, i precetti induisti o buddisti sono tutti percorsi verso L'ILLUMINAZIONE, Il NIRVANA (induismo) o verso il Sephirot (ebraismo).
Hanno vari modi ma il percorso è comune, banalizzarlo e dire "il fine ultimo è l'amore" e fermarsi solo al significato letterale delle disposizioni religiose mi sembra se non modaiolo quantomeno superficiale
bulldog  05/03/2010 12:33:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Superficiale è un concetto ben diverso da modaiolo.

bulldog  05/03/2010 12:37:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Per quanto riguarda il resto,rispetto il tuo punto di vista però il tuo approcio ai film spesso è molto diverso dal mio.
Il tuo commento ad Aguirre è un esempio lampante di ciò,sicuramente questo è un film pretenzioso e dai contenuti non facili da trattare però io spettatore ho avuto splendide sensazioni aldilà delle analisi dei significati su cui si potrebbe dibattere per giorni.

ferro84  05/03/2010 13:49:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Tu guardi le sensazioni io non solo.
Guardare ciò che un film ti comunica può sicuramente essere importante però il cinema è fatto di tecnica e chi padroneggia questa tecnica può facilmente costruire sensazioni.
Se ti vedi Amabili Resti, Peter Jacksons fa un film artificioso, comunica certe emozioni tramite l'uso di frasi ad effetto, la costruzione di immagini belle e onirichie, se poi guardi con attenzioni vedi che è un film ruffiano e non ispirato.
Quelle immagini oniriche hanno la stessa impostazione di sfondi per Windows 7, le musiche sono già state usate in film analoghi (LE STESSE MUSICHE) o peggio ancora in pubblicità.

Quindi le emozioni di un film sono artificiose, possono essere create, il punto fondamentale è cosa ti resta di un film.
Allora sicuramente la forma è importante e anche le sensazioni ma se quelle sensazioni ti derivano anche da ciò che effettivamente l'autore ti ha voluto dire e da una vera ispirazione allora è diverso, quel film ti entra veramente dentro.

Se Aronofsky avesse veramente sentito certi temi, non li avrebbe proposti in modo così scontato e banale, non è che io voglio fare l'analisi teologica del film perchè non avrebbe senso è solo per sottolineare che o certi argomenti li introduci con un minimo di senso oppure non importa.

A tal proposito se mai ti è capitato di vedere Evangelion potresti notare come si trattano certi argomenti anche con grande approssimazione ma con un significato di fondo veramente sentito e coerente.
bulldog  05/03/2010 14:44:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ma no,non è questione di guardar solo le sensazioni.

Stai mescalonando troppi aspetti,da questa ultima risposta sembra quasi tu voglia parlare di ruffianeria visiva attorniata da contenuti superficiali.
Questo è un concetto non attuabile secondo me ad un film come questo.
Se vuoi dirmi che Aronofsky a livello contenutistico è un mediocre oche ha fatto un film ambizioso sulla vita eterna che gli è sfuggito di mano allora ok,è quello che pensano in tanti.
Ma che non ti sia arrivata la sincerità dell'opera e che me lo accusi di mode e superficialità non lo capisco.

Il mio appunto infatti,non era inerente alla tua analisi ma proprio a queste accuse.
Aronofsky con questo film è stato uno dei pochi ad Hollywood che ha tentato di fare qualcosa fuori dagli schemi e di PERSONALE,e secondo me già solo per qesto motivo crea una certa energia durante la visione.
Ha voluto osare,a me ha incantato anche grazie alla sua solita spettacolarizzazione del decadimento,a te e ad altri no,ci sta tutto.
Però,concludo,la furberia sta da un altra parte a mio avviso.