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MACABRO regia di Lamberto Bava

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Italo Disco     10 / 10  22/09/2022 23:59:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Per me è importante
Il primo horror in assoluto che vidi quasi per intero da bambino e che mi terrorizzò moltissimo. Talmente spaventato che a forza di coprirmi gli occhi non riuscì a vedere il colpo di scena finale, che ho visto solo adesso facendomi sobbalzare dalla sedia. Lo trasmisero su un canale regionale in prima serata e senza tagli mi sa, era la seconda metà degli anni 80. Per decenni l'ho perso senza sapere il titolo e ora sono riuscito a recuperarlo, tramite un amico che me lo ha suggerito. Questo per dire che dono alla pellicola un amorevolezza incondizionata, ciò non toglie che rimanga un capolavoro pregno di disperazione, pazzia, morbosità, egoismo sfrenato, amore malato, desideri respinti e frustrazioni neanche troppo segrete, tutti ingredienti miscelati benissimo con un atmosfera claustrofobica e cupa, paurosamente agganciata a passaggi mistery ben congegnati. Ricordo che la versione televisiva non si vedeva granché, aggiungendo squallore all'ambientazione casalinga visto che è quasi tutto sviluppato dentro ad una villa, il folle intreccio. Bella, brava e convincente la Stegers anche se fa un effetto alla "Jack Nicholson - SHINING", e cioè sembra pazza già prima che accada la tragedia che cambierà la sua vita. Una sorpresa Molnar nel ruolo del giovane cieco, veramente ottimo. La Zinny ha giusto la faccia, ma è quella che serve. Bava qui è portentoso e secondo me i mezzi c'è li aveva, non mi sembra un prodotto girato con due lire, grande esordio non c'è che dire, come ha scritto l'utente sotto di me "scorre lentamente, ma è necessario per fare un buon thriller", niente di più vero; i personaggi vanno mostrati, spiegati, altrimenti sono solo carne da macello. L'influenza del padre si vede in certi momenti gotici che sono gestiti egregiamente e in quei giochi di luce presenti soprattutto nel finale, per esempio una cosa che mi son ricordato guardandoli e che mi stupì al tempo erano quel tipo di titoli di coda. Da notare l'accorgimento dell'uso della camera fissa negli interni ed invece la preferenza per quella a mano per le (poche) riprese di città, con inquadrature sghembe, come a voler sottolineare che fuori dalla casa la protagonista è incompatibile con il mondo esterno. Bene la sceneggiatura che mette da parte giornalisti, poliziotti ecc. tipici di certo cinema di serie B, per fortuna completamente assenti. Non manca l'ironia come la nicchia portatile con la carta Visa sopra la foto della buonanima. Intense le musiche di Continiello, lussuriose e drammatiche perché di sexy c'è né ed è da dramma psicologico il contesto. Ricorda un po' BUIO OMEGA dell'anno prima, ricalcandone pure la frase di lancio: lì era stato Hitchcock a rimanerci sotto dopo la visione, qui Dario Argento. Certo qua si va oltre, come si riesca a spacciare il tutto per una storia vera e poi dare quella mazzata alla fine.... ci vuole del coraggio cinematografico.
EPICO