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ISLAND OF DEATH regia di Nico Mastorakis

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KOMMANDOARDITI     4 / 10  22/03/2010 01:27:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
All'interno della cinematografia horror anni '70 diverse sono le pellicole che hanno trattato di incauti turisti vogliosi di esplorare isolette caratteristiche : si parte dal superbo THE WICKER MAN, passando per l'inquietante MA COME SI PUO' UCCIDERE UN BAMBINO?, per poi giungere al cult-trash ANTROPOPHAGUS. ISLAND OF DEATH rientra appunto in questa categoria ma ,a differenza dei tre film precedenti, i suoi protagonisti non rivestono affatto il ruolo sacrificale anzi ,rappresentano l'esatto opposto. La storia sembrerebbe prendere il via in medias res, allorchè ci si rende conto che la serena coppietta di fidanzatini è in realtà tranfuga e per di più braccata. I due fuggiaschi sbarcano a Mykonos, in Grecia, null'affatto pentiti delle loro precedenti azioni altrove commesse e,con lo scorrere dei minuti, ci si rende conto di quali aberranti individui essi siano : due folli invasati dediti alle più bieche nefandezze la natura umana contempli....Il titolo italiano del film suona come "DESTINATION-IL LEGGERO FRUSCIO DELLA FOLLIA" e ,rispetto a quello inglese, rende alla perfezione la totale assurdità delirante di un'opera del genere. Il film di Mastorakis è,incredibilmente, un concentrato estremo di perversioni,deviazioni sessuali,violenze e torture al cui confronto GIALLO A VENEZIA(per certi versi affine) diviene un tv-movie da bollino verde! Nulla ,di ciò che è contronatura, è sfuggito all'occhio catalogatore del regista : omosessualità(maschile e femminile),droga,impiccagione,decapitazione,zoofilia(trattasi di pedo-bestialità nei riguardi di una minuta capretta!!!!),infilzamento,scioglimento nell'acido,pissing(!!!),carbonizzazione,vouyerismo,incesto(nel rivelatorio finale)......A destabilizzare maggiormente non è il sangue,per nulla eccessivo, ma la completa naturalezza con la quale i due assassini compiono le loro disumane malefatte , come fossero semplici attività quotidiane.Incerti invece restano i moventi dei loro delitti : fuoco sacro religioso o fanatico ritorno alla natura ? Colpiscono però la discreta regia , fredda e non sciattamente morbosa(come ci si aspetterebbe!) e le belle musiche,con in primis l'opening theme. Sugli attori meglio sorvolare...eccezion fatta per l'abominevole figura del mandriano belluino! A conti fatti ISLAND OF DEATH incarna la quintessenza del termine "exploitation" e ,si può dire, della sua irripetibilità se ne farà virtù...