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IL DOTTOR MABUSE regia di Fritz Lang

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amterme63     8½ / 10  03/05/2011 23:29:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Quasi 4 ore di cinema muto spaventerebbero chiunque. Incredibile a dirsi ma "Il dottor Mabuse" riesce ancora, a quasi novanta anni dalla sua uscita, ad appassionare, a tenere col fiato sospeso incollati allo schermo. Sono tanti gli elementi che rendono questo film qualcosa di speciale. Il primo e più evidente è la splendida sceneggiatura. La storia è scritta e girata in maniera da tenere sempre desta l'attenzione dello spettatore. Gli episodi e gli avvenimenti si susseguono seguendo quelli che poi diventeranno i canoni del thriller: caratteri di rilievo e caratteristici allo stesso tempo (con in risalto il carattere "cattivo", contrapposto a un valente carattere "buono"), che si contrastano a vicenda con esiti alterni o imprevedibili. Si lascia poi che il male sembri prendere il sopravvento (aumentando la tensione e il coinvolgimento) per poi sciogliere il tutto, con grande soddisfazione dello spettatore, con l'affermazione del bene.
Il merito di questa sceneggiatura stilisticamente "moderna" va soprattutto a Thea von Harbou, la moglie di Fritz Lang. Il regista contribuisce invece predisponendo delle scenografie molto suggestive, di chiara matrice espressionista (geometrie lineari che formano angoli insoliti con decorazioni a volte bizzarre). Crea poi un'atmosfera particolare, la stessa che si respira in ambienti "estremi", luoghi in cui si spaccia droga o si gioca d'azzardo. Le persone coinvolte appartengono per lo più al ceto superiore ritratto in maniera "decadente" (ozio, vizio, noia). La gente degli strati inferiori è ritratta come massa amorfa in balia delle emozioni.
In questo quadro di gente sperduta, senza punti di riferimento (chiaro ritratto della Germania di Weimar) fanno fortuna e prosperano gli "uomini forti", quelli che si ritengono superiori a tutto e a tutti, addirittura allo stato stesso. Mabuse è il ritratto perfetto di questo carattere, in qualche maniera temuto e ammirato allo stesso tempo. Infatti gli viene creata intorno una specie di aura mitica, gli vengono concesse doti quasi sovrannaturali (l'ipnosi), una grande furbizia, abilità, cinismo, imperio: tutto quello che all'epoca (e in parte anche adesso) veniva/viene segretamente sentito come "risolutivo" della crisi sociale imperante.
Certo è "male", è negativo, è da rifiutare, ma allo stesso tempo come è affascinante, come riesce ad essere capace e bravo!
A Mabuse viene contrapposto il procuratore von Wenk; una figura che diventerà tipo e modello per i commissari dei film futuri. Tutto dedito al lavoro, si impegna in maniera indefessa, non ha apparentemente affetti o famiglia. Si affida soprattutto alla furbizia, alle trappole e non disdegna a volte di "sorvolare" alle regole che il suo ruolo gli impone, per potere giungere alla meta finale (catturare Mabuse). Comunque è solo grazie al caso se alla fine la fortuna arride a lui.
Una menzione speciale va soprattutto a Bernard Goetzke, l'attore che impersona Wenk (e che impersonava la morte in "Der muede Tod"). Ha un modo di fare malinconico, distaccato, serio, che intriga, che affascina (devo dire che a me piace molto). Del resto Lang riesce sempre a rimanere misurato e distaccato nelle riprese, evitando sentimentalismi o eccessi di teatralità. Alcune scene (tra cui quelle oniriche) sono da manuale e veramente ben girate. Tutto il film comunque è una piccola perla.
"Il dottor Mabuse" può essere considerato uno dei primi grandi thriller e polizieschi della storia del cinema.
E poi i dottor Mabuse sono figure "eterne" che ritornano. Noi in Italia abbiamo davanti agli occhi uno splendido esempio di novello Dottor Mabuse che ipnotizza, inganna, truffa, spaventa, distrugge, circuisce ed è depravato. Indovinate chi è!