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IL CAMERAMAN E L'ASSASSINO regia di Rémy Belvaux, André Bonzel, Benoît Poelvoorde

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Ciumi     7 / 10  20/10/2009 11:37:31Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sicuramente uno dei più amorali, feroci, esecrabili, disturbanti film che abbia mai veduto.
Pare, in un primo momento, di rivedere Godard e Belmondo: ma è tutt’altra cosa. Esiste qui, soprattutto, una sorta di perverso accordo tra la troupe e l’assassino: da una parte Ben offre l’omicidio alla cinepresa, mentre dall’altra la cinepresa ricambia dando luce ai suoi atti abominevoli, alleviandone la solitudine e accontentandone l’esibizionismo. Chi dei due disgusta maggiormente?
L’assassino frequenta i locali, pratica la boxe, suona il piano, festeggia il compleanno, va a far visita ai suoi familiari. Intanto ammazza indistintamente (o quasi) uomini, donne, bambini, anziani, neri; e recita monologhi disumani - mentre la troupe lo segue ovunque e si rende partecipe di tutto.
Il suo umorismo immondo respinge, repelle, provoca indignazione e, se un poco attira (gli elementi abietti divengono tre: il cameraman, l’assassino e lo spettatore), ci rende complici e ci invita a disprezzare noi stessi.