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IL CAMERAMAN E L'ASSASSINO regia di Rémy Belvaux, André Bonzel, Benoît Poelvoorde

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Jolly Roger     7½ / 10  03/06/2015 23:35:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Film belga (titolo originale: C'est arrivé près de chez vous) abbastanza dimenticato, ma considerato un piccolo cult.
Il film è girato da tre amici per la loro tesi in cinematografia. L'intento è quello di mostrare quanto i media possano spingersi oltre il limite dell'etica. E' un film che anticipa i tempi, essendo girato con la tecnica del mockumentary (siamo nel 1992, a quell'epoca questa tecnica era stata utilizzata - mi sembra - solo da Deodato in Cannibal Holocaust). In sostanza, una troupe riesce a mettersi in contatto con Benoit (un serial killer) e da quel momento in poi riprenderà ogni aspetto della sua vita, col fine di realizzare un documentario.
Benoit è incredibile. È prolisso ai limiti della sopportazione, narcisista e commediante, di fronte alla telecamera è uno show-man capace di intrattenere scherzando, suonando il piano e recitando poesie con la stessa naturalezza con la quale spiega, alla troupe, i trucchi per zavorrare i sacchi dei cadaveri, in modo tale che non vengano più a galla.

"Anziani e bambini, il doppio del peso. Vengono a galla più facilmente, perché hanno le ossa porose".

Vediamo Benoit che presenta i suoi nonni e sua madre, Benoit che si ubriaca al bar con gli amici, Benoit che ci fa conoscere le sue donne, Benoit che suona, Benoit che gioca e scherza con i bambini al parco – ma, un momento dopo, vediamo Benoit che uccide, e lo fa con una freddezza spietata. Uccide per soldi, ma anche per gioco; perché è il suo desiderio, la sua natura. Il tutto, mentre la troupe, indegnamente, riprende i crimini senza intervenire.
La schizofrenia di questo delirante personaggio è tutta nella gelida indifferenza con la quale, dopo aver ucciso un proprio amico per un colpo di pistola partito accidentalmente, continua imperterrito a mangiare, come se nulla fosse.
L'ascendente che il killer ha sulle persone che lo circondano è magnetico – persone che, come bambole, gli dimostrano affetto e devozione, a lui che nessun sentimento, probabilmente, nutre verso di loro. La stessa troupe subisce questo ascendente: man mano che il film va avanti, essi – che inizialmente si limitavano a riprendere gli omicidi (cosa peraltro già di per sé ignominiosa), cominceranno a giocare una parte attiva, ad aiutarlo.
E' proprio vero quel che ho letto in un precedente commento: il film presenta, dapprima, un serial killer ripreso da una troupe. Col passare del tempo, la troupe ed il killer diventano una cosa sola, complici, una squadra di morte.
Alla fine, anche lo spettatore si fonde con il killer e la troupe, diventando egli stesso un loro complice, a causa del morboso voyerismo che lo ha portato a vedere fino in fondo questo film.
ferzbox  04/06/2015 00:07:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Deodato ha utilizzato l'effetto telecamera solo in alcuni punti,quindi non è stato propriamente il primo mockumentary..... ;-)
Jolly Roger  04/06/2015 00:26:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Vero, Cannibal Holocaust l'ho visto circa 15 volte, non è stato il primo mockumentary "intero", ma è stato, credo, il primo (horror) a utilizzare questa tecnica, non completamente ma per circa 40 minuti - in realtà non sono un grande estimatore del film...però bisogna dare a Deo quel che è di Deo :-)