wega 8½ / 10 26/10/2008 15:13:25 » Rispondi Noir americano per Lang, che viene successivamente a "La donna del ritratto" dal quale riprende il triangolo dei personaggi, e l' elemento di ossessione che anche qui è rappresentato dal ritratto della donna amata. Un cassiere pittore, un E.G. Robinson completamente antitetico al ruolo che si è ricucito nella carriera, talmente buono e innamorato da carpire positivamente, tutte le azioni dolenti a lui inferte da questa atipica Darklady. Atipica perchè a contrario della classica Darklady, Lang non ne nasconde la malafede, nemmeno allo spettatore, e forse per questo è ancora più agghiacciante, mostrandone esplicitamente i continui sghignazzi sotto i baffi e la sfrontata recita nel perseguire i propri fini. Gran sceneggiatura, prevedibile ma nel senso che è talmente perfetta, che quando sembra esserci un buco che solo una determinata scena o una battuta di dialogo toglierebbe, puntualmente arriva. In questo film sono presenti i temi cari al regista: il fato beffardo e la giustizia. "..preferisco essere processato da un tribunale che da me stesso.". Una delle pellicole più pessimiste dell' autore dove tutti alla fine sconteranno la propria pena. Degno dell' espressionismo il risvolto onirico del finale.