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CAMPFIRE TALES - RACCONTI DEL TERRORE regia di Matt Cooper, Martin Kunert, David Semel

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Jolly Roger     6 / 10  29/06/2013 14:43:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Carino!
Personalmente, amo i film horror ad episodi: essendo convinto che l'horror abbia come scopo principale e spesso unico l'intrattenimento disimpegnato dello spettatore, trovo che lo schema dell'horror ad episodi (meglio le trilogie; due episodi sono pochi e quattro un po' troppi), magari inseriti in una storiella principale (dei ragazzi attorno al fuoco, di notte, che si raccontano storie paurose, come in questo caso) sia uno schema perfetto.
Storie semplici, molto diverse l'una dall'altra (altrimenti non avrebbe senso far una triologia), sono un buon antidoto contro la noia, anche se c'è il rischio che lo "spezzettamento" dovuto alla struttura finisca con lo spezzettare anche tensione e attenzione.

Direi che Campfire Tales centra gli obiettivi evitando i rischi caratteristici del sottogenere: le storie sono molto diverse fra loro e non sono noiose (pur essendo abbastanza intuibili, ma questo dipende dalla obbligata semplicità) e l'attenzione non si perde.
In particolare, a me è piaciuto molto il primo episodio, per la tematica trattata

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mentre il secondo un po' meno, è sconclusionato e inconcludente, anche se è innovativo rispetto all'epoca

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mentre il terzo ha un'atmosfera molto carina e onirica, anche se un ritmo lento.
Il tutto è condito dalla storiella principale dei 4 ragazzi, piacevole e soprattutto con un finale bello e arguto, tanto da essere stato scopiazzato al 100% da un horror più famoso e abbastanza recente.

Campfire Tales non è un film recentissimo, è del 1996, eppure ha un sapore che rimanda ancor più indietro, anni '80 direi. Probabilmente è l'atmosfera un po' giocosa, scanzonata, tipica degli horror di quegli anni, un horror che strizzava l'occhio allo spettatore, come per dire: dai, tanto lo sappiamo tutti e due che qui non si fa sul serio ;-)
Forse è proprio quest'atmosfera di gioco che mi porta a dare un mezzo punticino in più rispetto alla sufficienza; per il resto, condivido uno dei commenti precedenti, non è certo un film imperdibile ma non avrebbe senso bocciarlo, il suo lo fa con dignità