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FOLLIA OMICIDA regia di Joseph Merhi

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bulldog     1 / 10  22/02/2010 21:55:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
MA CHE CAZZ.O E'??
Non può essere vero,ho fatto un brutto sogno.

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ULTRAVIOLENCE78  23/02/2010 21:01:40Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
'Azz, tra te e wega due voti in un colpo: oggi dev'essere il mio giorno fortunato...
Comunque Merhi ne ha fatte di perle: come il mitico "L.A. Crackdown", action-movie da cui Friedkin ha attinto a piene mani. Peccato che questo Re Mida al contrario della celluloide non possa più deliziarci con altre "follie" cinematografiche: la sua casa di produzione è inspiegabilmente fallita nel 2000.
bulldog  23/02/2010 21:45:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Wega gli ha dato 2!!!

Ho già chiesto l'inserimento di altre due perle che non so se hai visto,Tenente Jack doppio bersaglio & Final Impact...fantastici.


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Ciumi  24/02/2010 07:27:19Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ma Davide, ti sei scordato di rispondere ai due qui sotto, e anche al buon Wega qui sopra.. ‘sti ragazzi vanno incentivati.

Comunque Bull, il commento l’hai scopiazzato da Ultraviolence..

Ah, tra poco pubblicano la rece.
ULTRAVIOLENCE78  24/02/2010 19:21:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ah sì? Spero solo che il recensore sia all'altezza della situazione...
Ciumi  08/03/2010 20:55:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mi spiace di averti illuso invano, ma mi sono sbagliato: la recensione (uscita oggi) era di un altro “Epitaph”, non di questo. Mannaggia!
ULTRAVIOLENCE78  08/03/2010 21:36:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Di recensione mi basta questa che circola on line:

Joseph Merhi non è il re degli effetti speciali, è piuttosto il re degli effetti indesiderati e collaterali. Il suo stile è personale, non c’è dubbio, e bisogna riconoscergli il merito di sapere come pochi demolire le basi della grammatica narrativa, del buon gusto e della sequenza temporale come noi terrestri li intendiamo.
Se ne può dire tutto, se ne può disprezzare la produzione e la produttività, ma Merhi rimane un grande… nel suo piccolo.
Va bene, spesso ne ho parlato male, forse lo farò ancora, anzi lo sto per fare di nuovo, ma è così bello sedersi davanti allo schermo e scoprire che il cinema continua ad avere orizzonti infiniti e scantinati da esplorare. Lui soddisfa un certo retro-noi sadomasochista che esulta ad ogni frustata cerebrale inferta dalle sue pellicole alla retina.
Ecco perché Joseph Merhi è adorabile.
Questo film del 1987, Epitaph – Follia omicida – una vera follia cinematografica, è un capolavoro nel suo genere. Persino la copertina del DVD è amaramente autoesplicativa con quella bella foto di famiglia ritraente padre, figlia e nonnina beatamente sorridenti e in primo piano la madre – Dolores Nascar - l’arpia del film, così intossicata e impregnata dalla parte da non potersene più distaccare neppure durante le vacanze di natale.
La storia ha un avvio sorprendente come un’ejaculazione precoce, e procede singhiozzando come la mia vecchia renault4.
Subito un’incongruenza (e facci almeno sedere!).
I membri della famiglia Fulton arrivano in una casa di campagna facendosi coraggio a vicenda perché “la casa è brutta”, “è da rifare”, “presto andrà sistemata”. Me cojoni… viene da dire: la casa in questione è una villa stupenda a due piani, perfetta, imbiancata di fresco, con i fiorellini alle finestre e in ottimo stato (venga a vedere casa mia Merhi, per sapere cos’è una casa da rifare!). Ovviamente non la risistemano nel film… ma c’era scritto nella sceneggiatura… quindi andava detto.
Spicca immediatamente la vecchietta catatonica – Liz Kane (un nome un perché), che non sa proprio dove e come mettere le mani dopo il si gira. Sembra un’invasata alla festa del nipotino mentre, ostentando spalle cifotiche davanti alla mdp, trotterella ossessivamente tra una scena e l’altra, come se avesse dimenticato la torta di fichi da qualche parte.
La madre, cattiva ogni oltre limite -ma mai come la mia ex fisiatra, dondola la testa e la butta all’indietro ogni volta che pronuncia una battuta, e non sa bene se deve impersonare una bigotta o una ********.
Merhi propende per la seconda che ho detto e, mentre le fa uccidere un imbianchino casto che difende la propria verginità, le fa anche sfoggiare tutto il suo campionario interpretativo lasciandoci davvero senza parole. Al malcapitato la donna rifila una decina di coltellate sufficienti ad uccidere un toro in calore.
Il marito chiede allora l’intervento discreto di una psichiatra – sapete com’è… un cadavere in giardino è una cosa leggermente seccante - ma ci vengono sapientemente nascosti i termini dell’accordo, per la suspence immagino.
Intanto, nella casa, la figlia Emy – impersonata da una splendida Natasha Pavlova - vede uno zombi dietro di sé. Opperbacco! Il padre va a controllare se ha seppellito per benino il cadavere del lavoratore precario novello Mario Goretti, ma viene da questi ucciso.
Si avete capito bene. L’imbianchino non è morto, è solamente un po’ sbudellato ed è stato solamente alcune ore seppellito vivo nella nuda terra - cose che se si è di robusta costituzione non fanno nemmeno troppo male. Insomma, lo zombi - che non è uno zombi - tenta anche di uccidere la signora Fulton (a chiunque del resto girerebbero le palle dopo un trattamento simile), ma questa tira fuori un bel fucile a canne mozze e gli spara… uccidendolo definitivamente questa volta!
La tavola, centro della famiglia Fulton, che Merhi non dimentica di sottolineare con continue, estenuanti, inutili e noiose inquadrature, si svuota del primo personaggio – a rischio di sembrare più che una scena desolante una partita a Quarti di Porco. Piangono tutti il marito ma l’imbianchino non se lo fila nessuno, del resto nessuno verrà mai a reclamarne il cadavere. Proseguendo nella visione del film potrete notare che a Merhi piacciono i piani sequenza o che gli hanno detto alla scuola del cinema che sono una raffinatezza (costano anche meno ore in sala di montaggio!!!), peccato che i suoi attori non abbiano la benché minima idea del ritmo e in mezzo alle frasi facciano passare due primavere.
Tra una pausa craxiana e l’altra la figlia conosce un ragazzo a scuola, Wayne. Lo descrive alla nonnina catatonica come un ragazzone alto più due metri, però, nelle inquadrature con un riferimento, il ragazzo è di statura normalissima; ma anche questo era scritto nella sceneggiatura… e quindi andava detto.
Ricompare Shirly (Linda Tucker Smith), la psichiatra che fingendosi una vicina di casa riesce ad ingraziarsi la signora Fulton. Le due diventano amiche, vanno a fare compere e qui, nella scena del drink al centro commerciale possiamo goderci una comparsata gustosissima di un signore che sembra Benny Hill con un parruccone rosso fuoco che c’entra come una verza in un campo da rugby. Improvvisamente la pazzia della Fulton ritorna ad emergere. La psichiatra viene colpita e portata in cantina, e qui… l’apoteosi si Merhi.
Shirley viene legata alla trave della cantina e seviziata dalla signora Fulton di cui tutto si può dire meno che ha schifo a maneggiare i topi. Questo poverino - il topo - viene infilato in ogni indumento, strofinato su ogni lembo di pelle, comprese le parti intime (il topa con la topa), poi viene poco gentilmente rinchiuso in un secchio e legato al ventre della malcapitata. Con la fiamma ossidrica il secchio viene scaldato e quindi per uscire il topo deve scavarsi una via attraverso le viscere della signora legata… cavolo! Da vedere. Il topo però è un grande e recita senza sbavature la propria parte. Anche la nonnina catatonica viene uccisa poco dopo, ma J. Merhi non si perde in quisquilie tipo perché?
Si torna ai due ragazzi.
I due filano, lui vorrebbe, lei vorrebbe, ma la madre non vorrebbe.
Poco amabilmente la figlia viene reclusa in una stanza della terribile casa della quale si possono contare almeno una quindicina di totali dell’edificio assolutamente identici l’uno all’altro, ecchepalle!
Non vedendola Wayne la va a cercare, ma la madre cerca di sedurlo. Anche lui difende la sua illibatezza e le molla un cazzottone per distrarla un po’ e per farla rilassare. Lei però non si rilassa moltissimo, prende della benzina e cerca di dargli fuoco… il finale non ve lo rivelo, ma vi dico che merita… e anche che è abbastanza diverso da come ce lo si può immaginare… però non così diverso… insomma… guardatelo e potrete anche voi dire: ..ho visto cose che voi umani non potete neppure immaginare!

Gianni De Mauro

bulldog  09/03/2010 09:32:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ahahahahah fantastica
bulldog  24/02/2010 09:24:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Lo ammetto...però anche se non l'avessi scopiazzato son parole che ti escon dal cuore dopo la visione.
ULTRAVIOLENCE78  23/02/2010 20:39:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
L'abominevole realtà va oltre qualsiasi immaginazione o sogno/incubo. E poi l'epifania di quell'eunuco rosso malpelo di R. Warren Munchkin supera di gran lunga la più sfrenata e malsana fantasia lynchana o cronenberghiana.

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carriebess  24/02/2010 15:45:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi


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ULTRAVIOLENCE78  24/02/2010 19:20:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi


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carriebess  26/02/2010 17:26:47Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi


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