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IL LADRO DI BAGDAD (1940) regia di Michael Powell, Ludwig Berger, Tim Whelan

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Dom Cobb     8 / 10  26/06/2018 17:48:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il principe di Bagdad viene tradito e imprigionato dal suo infido gran visir Jaffar; il baldo giovine riesce a fuggire grazie all'aiuto del ladruncolo di strada Abu, e insieme i due dovranno affrontare mille e più avventure per sconfiggere Jaffar e conquistare l'amore di una bella principessa...
Già il titolo di per sé è diventato un'icona del cinema d'avventura, familiare anche per chi del film non conosce nemmeno l'esistenza; e il lungometraggio, che prende la versione muta di quindici anni prima interpretata dal divo Douglas Fairbanks Sr. e la riadatta alle possibilità e tecnologie del tempo, si conferma uno dei casi più felici di contaminazioni della tradizione fantastica e folkloristica orientale.
Fin dall'inizio lo spettatore viene catapultato, senza alcun avvertimento, in un mondo lontano, fiabesco e spettacolare, in cui coesistono ogni genere di creatura immaginabile, perfidi stregoni, ladri furbi, donzelle in pericolo e principi innamorati, tutti i classici stilemi della narrativa indiana che ha fatto fortuna nella raccolta celeberrima de "Le mille e una notte" da cui questo "Il ladro di Bagdad" trae ispirazione. E il modo in cui questo mondo viene portato in vita, tramite l'uso di effetti speciali all'avanguardia e che ancora oggi fanno la loro bella figura, è l'aspetto più riuscito del film.


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Alla resa generale, cui contribuiscono le eleganti e accurate scenografie, contribuisce anche uno sgargiante Technicolor, accesso e vivace, caratteristico di quei tempi dove il colore rappresentava l'eccezione anziché la regola, come sarebbe diventato invece in seguito; e le numerose scene d'azione che condiscono il tutto rendono il ritmo agile e scattante, facendo trascorrere l'ora e mezza e passa senza alcuna difficoltà. Deludono invece in parte le musiche di Miklos Ròsza, dalle tonalità forti ed imponenti ma un po' anonime.
Certo, a livello narrativo non siamo proprio a massimi livelli di qualità, e il primo atto in particolare fatica a decollare a causa di alcune scelte narrative che ho trovato un po' bizzarre e fuori luogo.


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Inoltre, il fatto che numerosi eventi e nomi siano stati in seguito, per dirla con un eufemismo, presi in prestito per un ben più famoso film d'animazione disneyano di cui al momento non rammento il nome, rischia di distrarre. Ma per fortuna gli attori funzionano tutti e la loro prestazione aiuta a chiudere un occhio su certe piccolezze; fra il cast si fanno notare l'aitante attore indiano Sabu, divenuto una specie di presenza fissa nelle produzioni di quel periodo di Alexander Korda (che figura come produttore ma ha diretto in parte da dietro le quinte insieme al fratello Zoltan e all'ex-scenografo William Cameron Menzies), e Conrad Veidt nel ruolo del perfido Jaffar, magnetico e sinistro, ulteriormente elevato dall'eccellente doppiaggio di Emilio Cigoli.
L'impianto spettacolare, l'efficacia degli effetti speciali che evocano un senso di avventura semplice e genuino e le prestazioni del cast aiutano a sorvolare sui problemi di trama e rendono "Il ladro di Bagdad" una piccola perla del suo genere, che forse in più dovrebbero conoscere.