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AMADEUS regia di Milos Forman

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kafka62     7½ / 10  10/03/2018 20:11:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Come era lecito attendersi da un film di grande impegno produttivo e per giunta hollywoodiano, "Amadeus" si presenta formalmente impeccabile, sfoggia costumi e scenografie di alto livello e dispensa con calcolata parsimonia raffinatissime emozioni. Fatto per piacere a un pubblico vastissimo, "Amadeus" ha fatalmente del kolossal anche alcuni difetti, imputabili in parte al testo letterario di provenienza: la preferenza accordata a un modo di narrare prevalentemente aneddotico e monodimensionale (anche se siamo lontani dall'agiografia tradizionale, il film non fa trapelare nulla del secolo di Mozart, e anche la satira sulla corte dell'imperatore Giuseppe è fatta con acritica bonarietà), il ruvido, seppur efficace, schematismo nella descrizione dei personaggi secondari (il kapelmeister, la madre di Costanza, lo stesso imperatore), la pretesa di mostrare sempre tutto e non lasciare mai nulla alla fantasia dello spettatore (grazie a un serrato montaggio, la macchina da presa non si fa sfuggire alcuna espressione dei personaggi sulla scena e neppure i prodromi o gli sviluppi di una azione).
"Amadeus" si snoda così in maniera sostanzialmente gradevole (eppure a tratti fastidiosa per come lascia intravedere la totale assimilazione da parte del regista ceco dei meccanismi dello spettacolo hollywoodiano) fino alla parte finale, in cui Forman ritorna finalmente vero autore: atmosfere inquietanti e claustrofobiche, presagi funerei e alcuni inconsueti e suggestivi scorci cittadini, fanno da sfondo allo spegnersi progressivo e alla morte di Mozart. La scena più bella è forse quella del funerale, quando, sotto la pioggia, la salma del musicista viene gettata frettolosamente e con noncuranza in una fossa comune, quasi a suggellare simbolicamente l'incomprensione dei contemporanei nei confronti dl suo incommensurabile genio.
Se a rimanere maggiormente impressa nella memoria è probabilmente la risata sguaiata e irriverente di Tom Hulce, che impersona un Mozart davvero inusuale, è senza dubbio la musica la vera protagonista di "Amadeus". Oltre a quella, naturale e scontata, di colonna sonora, essa svolge due funzioni principali: una funzione di raccordo, giacché un continuum musicale fa sovente da trait d'union a sequenze distinte (ad esempio, le petulanti rampogne della suocera si trasformano, con una felice invenzione, nei vocalizzi de "Il flauto magico"); e soprattutto una funzione drammatica, tesa a far corrispondere le sonorità mozartiane all'intensità emotiva delle scene più importanti: così l'apparizione inattesa del padre prima e le visite del signore mascherato poi sono introdotte dalle famose note dell'ultimo atto del "Don Giovanni"; mentre il Confutatis maledictis del "Requiem", di cui viene praticamente filmata la genesi creativa, contrappunta il precipitoso ritorno a casa di Costanza, con la carrozza che percorre mortuarie distese invernali.