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LE ROSE DEL DESERTO regia di Mario Monicelli

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Invia una mail all'autore del commento signor_kappa     8 / 10  02/12/2006 15:54:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E'' il primo lungometraggio di Monicelli che vedo, se si eccettua l''episodio "Renzo e Luciana" nel film "Boccaccio 70". Un film strettamente legato ad altri grandi film del passato quali "Mash" del compianto Robert Altman e probabilmente a "La grande guerra" e "L''armata Brancaleone". Dopo quasi settant''anni si trova il coraggio e l''occasione per parlare della guerra dalla parte degli italiani, dopo il tentativo abortito de "L''armata s''agapò" del 1946, mai distribuito per insondabili ragioni di stato. Quello che il film evidenzia è la grande solidarietà umana tra commilitoni al di là delle brutali propagande di guerra dell''epoca, che volevano essere le uniche depositarie dei rapporti umani e sociali. Una commedia umana con episodi di cui ridere e piangere intervallata qua è là da bombardamenti alleati che ci fanno capire che la guerra non è uno scherzo. Un film di guerra in piena regola e in grande stile, se si pensa soprattutto che l''Italia cinematograficamente parlando non è fortissima in questo genere. Spettacolari le notti nel deserto e toccanti alcuni passaggi quali il finto matrimonio. Qualche limite stilistico come la durezza di alcuni passaggi da una scena all''altra e lo scarso approfondimento nello scambio di lettere tra il maggiore e l''amata sposa, ma è roba di poco conto. Strepitosa l''interpretazione del generale (ma chi è l''attore? Come si chiama? Davvero bravissimo). Ricostruzioni scenografiche e scrittura impeccabili. Una tragedia in forma di commedia, come credo il nostro regista, che a 91 anni gira un film con il ritmo che potrebbe tenere un regista giovanissimo, sappia fare alla perfezione. Bravo Monicelli.
Ciccio  02/12/2006 17:46:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
il generale è tatti sanguinetti e non è un attore ma un critico cinematografico. Leggendaria ormai la sua interpretazione in SOGNI D'ORO di Nanni Moretti
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  02/12/2006 18:01:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mmh interessante... parlami un po' di questo film del 1946 rimasto irrealizzato (o incompiuto?) non ne sapevo nulla...
Comunque anche El Alamein torna a riflettere della storia nostra, ed è abbastanza dignitoso
Invia una mail all'autore del commento signor_kappa  03/12/2006 16:16:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ciao Kowalski, de "L'armata s'agapò" si parla abbastanza diffusamente nel libro "Si ammazza troppo poco" di Gianni Oliva. Mi riprometto inoltre di vedermi al più presto "El Alamein". Qualcosa in questo senso si sta certo muovendo. Grazie, Igor
Ciccio  03/12/2006 15:17:47Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il film è tratto da un opera della scrittore Mario Tobino (autore non apprezzato abbastanza e che tra i tanti libri ne ha scritto uno bellissimo su Dante Alighieri che si intitola "Biondo era e bello" compralo te lo consiglio) . Già Dino Risi ne trasse un film con beppe Grllo negli anni ottanta, ma ebbe scarso successo e si chiamava "Scemo di Guerra". Comunque il film di Monicelli è più una carezza alla sua giovinezza che una trasposizione del libro, da cui è liberamente tratto, è un omaggio alle battute de "la grande guerra", al suo modo di fare cinema, cinico, amaro, drammatico. E' un suo modo di rappresentare il nostro essere italiani che non esiste più. E' un modo di dirci "ciao", infatti lui ha affermato che è il suo ultimo film, e noi lo ringraziamo di quanto ci ha regalato in tutti questi anni. Una grande uscita di scena.
Invia una mail all'autore del commento signor_kappa  03/12/2006 16:18:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ciao Ciccio, grazie di tutte le informazioni che mi hai dato. Tengo presente tutto quello che mi hai suggerito per le mie prossime letture (e visioni) Igor