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DIARIO DI UNO SCANDALO regia di Richard Eyre

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     7 / 10  04/03/2007 01:10:44Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Avrei potuto essere piu' generoso, tuttavia mi sono ripromesso rigorosamente di preservare il giudizio per un film pregevole ma che, a tratti, mantiene meno di quanto promette, e mostra qualche pecca di non poco conto...
Personalmente non sono riuscito a trovare nell'addattamento del romanzo della Heller cio' che hanno visto molti critici, forse ingenuamente attratti (patologicamente?) dalla presunta morbosità della vicenda.

Premesso che consiglio caldamente il film a tutti gli amanti del cinema inglese, per comprendere che razza di strepitosa attrice sia Judi Dench, devo dire che la principale perplessità riguarda proprio l'atteggiamento (neutrale o fideistico?) del regista, che da una parte tratteggia mirabilmente ("il segreto è non farlo vedere") l'ipocrita moralismo della società britannica, e dall'altra sembra quasi assumere un'ambiguità ideologica che francamente mi sfugge.

Il mio 7 va soprattutto alle superbe prove delle due interpreti, al bigottismo incoerente del sistema (dove è piu' accettabile un'adultera con un amante coetaneo piuttosto che un'insoddisfatta borghese a caccia di ragazzini), a un paio di sequenze davvero fulminanti (il giovanissimo studente che insegue Barbara fino alla porta di casa! - la riconciliazione silente e dolorosa di Sheba con il marito), e a un finale che mette a nudo tutta la meschinità della società inglese, con i referenti politici (a suo modo questo è un film politico) e classisti dominanti (middle class revolt, verrebbe da dire).

Cio' che è risibile è che si assista al film promulgando un atteggiamento persecutorio nei confronti di Sheba, a dirla tutta personaggio improbabile nella sua incoscienza, celando la frustazione personale di moglie insoddisfatta incarnata pero' piu' dal suo passato punk (mentre ascolta un disco di Siouxie § the Banshees o nelle foto della sua adolescenza ribelle) che dal suo difficile presente da "integrata" nel sistema, con a carico un figlio dawn amatissimo e inconsciamente pero' disprezzato

1 - Analogia evidente con il piu' classico dei casi di affetto "integrato": un down da reader's digest abbuffato come fosse un "soggetto speciale" di dimora e frustazione domestica

Altrettanto risibile è il rapporto che si crea tra Sheba e il ragazzino-studente: attraverso sequenze dove traspare l'eros dell'esperienza (forse non la prima) il giovanotto sembra mille volte piu' avanti della sua consenziente insegnante, ed è tutto dire.
( ps puo'sembrare credibile per una donna che cerca risposte al bisogno di essere amata lasciarsi sedurre da un minorenne che, tanto per gratificarla, la "possiede" per gli spazi aperti di un vicolo come fosse una marchetta?)

2 - Gli inglesi amano gli animali piu' di se stessi: il clamore dell'ineffabile perdita

Infinitamente piu' intrigante il personaggio di Barbara: è difficile cogliere qualcosa di realmente "morboso" o (oddio) lesbico in questa donna sola e crudele, capace di considerare "amorevole" solo le ragioni piu' folli del suo possesso (e del suo opprimente, spietato bisogno di colmare la solitudine)

3 - "Tutti mi hanno sempre affidato i loro segreti, ma a chi posso affidare i miei?"

Barbara si identifica nella ragazza bella e spigliata che forse non è mai stata, Sheba nel giovane crede di vedere la sua infelice situazione familiare di ex-adolescente, il marito di Sheba nella moglie irresponsabile a cui (pensiamoci) si sostituisce irreprensibilmente anche nella vita quotidiana.

$ - "C'è una distanza fra la vita che una sogna di avere e la vita che ha"

E la stessa Barbara è ora un'inetta e meschina "strega", ora come una ragazzina che raccoglie in un diario le sue confessioni e protegge con cura le amiche come altri appuntamenti "mancati" (Jennifer): è commovente nel suo patetico impegno a farne feticcio (i capelli, le fotografie) e oggetto del desiderio, con le piu' intime emozioni catturate in un disegno amorale quasi ossessivo, sapidamente e cronologicamente "costruito".

E' davvero, come suggerisce il film, l'incontro tra una Madre Superiore e una Novizia che si confessa, ma non c'è alcun nesso con l'argomento religioso.

Un forte senso di spiritualità, in questo film interessante e per certi versi non sempre riuscito, permane comunque

6 - "Potevo ottenere tutto senza fare nulla"

Ma mentre irridiamo al nostro appiglio di voler sguazzare nella morbosità della vicenda, vorrei soltanto ricordare che questo non è un film sull'amore saffico o sulla vecchiaia. Un film sulla "comprensione emotiva dei gesti di due donne e sul fallimento delle loro rispettive ragioni"

La tematica prioritaria del film è proprio L'ADOLESCENZA, quella misteriosa di Barbara, quella irrisolta e dolorosa di Sheba, quella viscerale e "aperta" del giovanissimo studente
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  04/03/2007 17:07:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
...e quella dell'irrequieta figlia di Sheba, dovrei dire... (ehm ho fatto confusione con i numeri)
Delfina  07/03/2007 13:19:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Beh, veramente la figlia di Sheba non sembra per nulla irrequieta, al contrario sembra proprio l'incarnazione del nuovo conformismo medio borghese, tanto che, come osservi, le vere adolescenti (invecchiate) sono qui le due donne adulte (nonché il giovin seduttore), non certo la figlia, che rimprovera aspramente la madre per la relazione con il quindicenne, definendolo "un bambino"... !
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  07/03/2007 17:48:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Pero' vive chiaramente il conflitto della situazione familiare, o almeno io la vedo così: credo che si senta trascurata per il troppo amore dato al fratello con problemi di handicap, che fra l'altro è un tipo di affettività che riconosco (visto che ho lavorato in passato in comunità) e che mi infastidisce: abbuffare qualcuno per affetto non indica esattamente un amore reale ma una frustazione interiore non trovi anche tu?
Delfina  08/03/2007 11:27:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sono d'accordo sulla frustrazione, certo, però mi sembra proprio che la figlia risponda con il conformismo (a differenza del marito, invece), anche nel suo classico "mal d'amore" da ragazza debole, per un maschietto che la fa soffrire.
In fondo tutto il film descrive, molto velatamente, il conflitto tra una società "alternativa" ormai passata di moda (il punk, e anche gli antichi ricordi di iniziazione dell'anziana insegnante lesbica) e la nuova società mediatica, conformista, solo apparentemente libera, ma pronta a spiare i comportamenti di colleghi, figli e vicini di casa in nome del "politically correct".
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  08/03/2007 21:11:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
D'accordissimo, non ti ricorda certe pagine di Jonathan Coe, a tratti?
Delfina  09/03/2007 11:58:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Devo confessare che non l'ho mai letto! Ciao.