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ELEPHANT regia di Gus Van Sant

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kafka62     7 / 10  25/03/2018 17:34:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Elephant" è un film assolutamente emozionante nella sua programmatica mancanza di emozione. Van Sant sceglie infatti di mettere in scena la famosa strage del liceo di Columbine senza ricorrere ad alcuno degli stratagemmi cinematografici generalmente usati per creare pathos e tensione: il climax narrativo che da una situazione di normalità conduce a un'atmosfera di angoscia e di terrore, l'attesa spasmodica dell'evento scandita dalla musica e dal montaggio, la scena madre violenta e parossistica. Egli preferisce invece raccontare gli eventi in maniera indifferenziata e impassibile. Certo, a "Elephant" (il cui titolo criptico forse allude a un detto secondo cui è impossibile immaginare con precisione un elefante senza averne visto prima l'immagine) può essere preferibile il punto di vista meno obiettivo e più moralista proposto da Moore nel suo documentario "Bowling for Columbine". Quello che però non si può negare è che il film di Van Sant, con la sua macchina da presa incollata ai suoi personaggi in complessi piani sequenza che percorrono in lungo e in largo i corridoi e le aule del liceo, consentendo così una ambientazione estremamente precisa e scrupolosa, è stilisticamente raffinatissimo, oltre che molto originale dal punto di vista della struttura temporale, in quanto, proprio come in un film di Tarantino, mescola e raddoppia le sequenze, con relativi andirivieni temporali, a seconda del punto di vista di ciascun personaggio. Non interessa molto a Van Sant cercare le cause della strage (la colpevole assenza degli adulti? la facilità con cui in America è possibile acquistare le armi?), probabilmente perché convinto che il mondo degli adolescenti sfugge inesorabilmente a ogni spiegazione sociologica, o forse perché affascinato dall'ipotesi che tra gli assassini e le vittime non c'è apparentemente quasi alcuna differenza e che la violenza giovanile non ha bisogno di un motivo eclatante per esplodere, eppure il film, come dicevo all'inizio, è avvincente e ci fa sentire alla fine come se fossimo stati anche noi impotenti spettatori della tragedia.