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ELEPHANT regia di Gus Van Sant

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Invia una mail all'autore del commento fe84     9 / 10  07/11/2004 15:58:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dopo alcuni lavori puramente commerciali("Will Hunting-Genio ribelle"e"Scoprendo Forrester")Van Sant spiazza il suo pubblico,proponendo una storia che ha fatto discutere per la sua crudezza e per l'incomprensibilità di certe sequenze.Ma dietro a ogni scena si può dedurre un ritratto crudele e spietato della gioventù odierna:emarginazione per chi non è alla moda,discorsi vacui e banali rivolti dietro alle spalle del prossimo,ipocriti,finti,viziati e irresponsabili senza mai esserne consapevoli.Il silenzio è l'unica "arma"a loro favore,ma non tutti sono disposti ad accettarlo;a chi non ci sta ad accettare le regole basilari per farsi accettare,ad esempio,l'unica rivalsa dai propri coetanei e dai genitori indifferenti è quella di rendersi complici ad una società fatta di guerre ed ingiustizie,sfogando le proprie frustrazioni con una strage destinata a rimanere negli annali della violenza.Lo spaccato che ne viene fuori da questo quadro generale è straziante,ma necessario per giustificare un ritmo che si adegua con una perfetta costruzione a scatole cinesi e che scoppia in un finale che quasi sembra invocare la fine di un mondo che non è mai iniziato.La regìa di Van Sant,è molto virtuosistica,ma necessaria per raccontare una storia che si snoda piano piano e tiene senza mai perdere di vista l'obiettivo iniziale del regista,che era quello di vederci chiaro su qualcosa di poco chiaro e che fa ancora discutere(fingere di non vedere l'"elefante"che abbiamo davanti,da cui il titolo).Anonimi quanto basta per"interpretare"i ruoli loro affidati,i ragazzi sono delle presenze carismatiche e Van Sant li inserisce in un contesto(la scuola)descritto come un luogo claustrofobico e influenzabile per comportamenti ed atteggiamenti,destinati a durare con il passare del tempo in maniera sempre più definita.Giustamente premiato a Cannes(miglior film e miglior regìa).