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LA SOTTILE LINEA ROSSA regia di Terrence Malick

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Invia una mail all'autore del commento doncorleone     10 / 10  29/01/2006 23:33:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Da poco visto e sono ancora estasiato, inebriato dalla somma opera di Malick, vertice inarrivabile del cinema di guerra ( forse solo Apocalypse now può eguagliarlo) nonostante pensi che relegare questo film alla categoria film di guerra sia riduttivo. Maestose sequenze belliche, dal realismo impensabile, si alternano a momenti di altissimo lirismo, il tutto è condito dalle riflessioni dei soldati, che non si pensano come diceva qualcuno dei docenti di filosofia bensì in un dramma come quello della guerra in cui la sottile linea della vita è quanto mai suscettibile di rottura, si interrogano, pongono interrogativi senza mai dare risposta , senza arrogarsi l'esplicitazione di una verità assoluta ed univoca. E così quella che in realtà è lo scenario di un'atroce battaglia diviene teatro di scontri filosofici ed esistenziali o meglio incontro di dubbi, perplessità destinati a non sciogliersi. La guerra è lo spettacolo che meglio si presta ad essere lo psichiatra dell'uomo pronto a scandagliarlo. di fronte ad essa tutte le passioni/pulsioni umane emergono seza inibizioni; follia ,perdita di senno, fragilità, psicosi, superbia, presunzione, forza d'animo affiorano senza argini e amplificate dalla gran cassa della violenza. Tutto ciò viene affrescato da Malick con colori vivi e cangianti e con l'ausilio di una colonna sonora evocativa e potente. Dei miracoli della fotografia e della regia si è già detto sotto di me per cui voglio invece rimarcare l'ottima prestazione dei 3 attori più presenti ovvero Caviziel, Penn e Nolte davvero bravi a rendere nei fatti ciò che era nei progetti di Malick. Palese inoltre ( per chi come me ha visto questo film dopo The new wolrd, ultimo capolavoro del regista americano) il riferimeno prolettico a The new world nel primo dialogo tra Penn e Caviziel dove si accenna ( preludendo) a quel nuovo mondo che diverrà oggetto delle masturbazioni di Malick nel film successivo. La sorpresa è venuta poi dal fatto che da un film così "intellettuale" e colto provengano delle scene struggenti e straordinariamente emozionanti , il che testimonia che Malick è riuscito a fondere magistralmente sentimento e intelletto non realizzando solo un capolavoro di introspezione psicanalitica e un volume di filosofia cinematografica ma anche una storia che coinvolge nella sua drammaticità, entra dentro e commuove, senza remore.
Scagiono dunque quest'opera anche da ogni accusa di lentezza, perchè non può essere giudicata lenta la poesia, che ha il suo ritmo, placido e contemplativo. Concludendo ritengo questo film un purissimo capolavoro, degno di meritare la mia personale top ten ( esigentissima tra l'altro) e la top 25 di questo sito almeno, mentre sono convinto che tra i film di guerra stacchi nettamente tutti i suoi "colleghi" tra cui anche Full metal jacket dell'idolatrato Kubrick, imponendosi come già detto sopra e alla pari con Apocalypse now, con cui condivide il taglio filosofico-antropologico, come il numero uno dei film bellici di sempre.
Inestimabile.