Guy Picciotto 8 / 10 28/02/2011 10:30:52 » Rispondi Non potevano che essere caricaturali questi stereotipi di giovani allo sbando, ma fotografandoli così Araki ha raccontato perfettamente (proprio perchè intenzionalmente banale) un epoca, Doom Generation è un pastiche generazionale programmaticamente eccessivo e sgradevole, ma anche divertente da quanto la demenza è esibita senza pudore e freni, Araki palesa veramente sotto gli occhi di tutti il vuoto di una generazione condannata tra programmi televisivi dementi, AIDS e sale da videogames, disoccupazione e perdita dei valori, non esiste davvero più nessun futuro come cantavano i sex pistols, a colpi di umorismo dissacrante, Araki scodella un mix tra Tarantino, effettacci ultra splatter, il David Lynch di Cuore Selvaggio, sequenze erotiche risibili ai limiti del trash- soft-porno e colonna sonora martellante in stile rock alternativo anni 90 da lollapaalooza generation, sequenza finale ai limiti del pulp più sanguinario, in uno scontro omicida tra i 3 protagonisti (accusati di essere omosessuali) e dei giovani nazisti in una Los Angeles periferica e allucinata, dalle rifrangenze psichedeliche: popolata di "mostri" prodotti da un immaginario televisivo e cinematografico di serie Z, esteticamente vicino agli "assassini "nati" di Oliver Stone, tra l'op-art in MTV's style e le colate vandaliche di colore pop, è questo trovarsi di fronte ad uno spettacolo selvaggio che solo apparentemente è avulso e distante dalla realtà di quei giovani negletti e alienati cresciuti davanti ai bagliori del tubo catodico e dei video Mtv. Momento più cult: la testa staccata del filippino alla cassa che parla affogando nella salsa da ketchup.