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THE DREAMERS - I SOGNATORI regia di Bernardo Bertolucci

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nep036     7 / 10  24/10/2003 09:39:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Molto bella e intrecciata la trama, penso però che per cogliere il messaggio di Bertolucci bisogna fare molta attenzione ad alcuni dettagli. Personalmente ritengo che questo film voglia muovere una critica ad una parte del movimento 68ino, mettendo di conseguenza in risalto la poca attenzione che negli anni si è dedicata all'intellettualità del movimento, riducendosi molto spesso solamente ai concetti di anticonformismo e libertà nella loro essenza estetica. E di essenza estetica vivono i due gemelli siamesi (uniti all'esterno, "con la pelle", come a voler simboleggiare una schiera di giovani uniti al movimento di rivolta solo per uno status, per un senso estetico appunto, ma senza una precisa fusione intellettuale). La continua messa in scena di spezzoni di film, l'interesse smodato per il mondo del cinema, sono mirati a mio parere più al raggiungimento della figura estetica del cinefilo, che ad un vivere la pellicola in maniera emozionale e personale (come fa Mattew criticando Chaplin). E' il ragazzotto americano la figura ideologica del film, che non vende i suoi valori ed il suo pudore in maniera estetica e pseudoribelle come i gemelli, ma per un sentimento nobile come lamore). Infatti il gioco perverso scenetta-penitenza sparisce dopo il rapporto sessuale sul pavimento, quando i gemelli (due facce della stessa persona?) entrano definitivamente in contatto con Mattew, in contatto con l'ideologia vera. Questo incontro destabilizzante si rivela nella reazione scomposta all'ascolto della canzone da parte di Isabelle (stessa canzone dello spogliarello prima del rapporto sessuale) nella sua vecchia cameretta, simbolo della vera essenza normale della sua persona. E' li che Isabelle torna alla realtà scomoda della persona normale, strana e forse non accettata in quegli anni negli ambienti giovani, che la porta pian piano alla voglia di suicidio. Solo il corteo può salvarli, il ritorno estetico della scesa in piazza e della molotov, ma è anche il momento che li distacca definitivamente da Mattew, dall'ideologia giusta.
Che non siano i genitori di questi giovani i veri anticonformisti?
MiaWallace  30/10/2003 17:14:20Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il tuo commento è molto interessante, ed è l'unico che ne ha colto i punti essenziali in modo molto attento. Vedi, a me il film non è piaciuto per niente, però ammetto che leggendo la tua interpretazione fa per lo meno riflettere. Tutte le persone a cui questo film è piaciuto, in questo forum, hanno esposto delle motivazioni che non condividevo, tranne te, che sei l'unico che l'ha visto nella maniera giusta. Complimenti!
nep036  09/11/2003 03:42:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie per i complimenti, ma voglio che il mio commento rimanga solamente un commento...e visto che, come dici tu, è lunico che ha colto alcuni dettagli, probabilmente è l'unico sbagliato! Scherzo ma per una analisi efficace il film bisognerebbe guardarlo più volte, infatti i preludi depistano un po lo spettatore, cmq a ognuno il suo!

Ciao
gerardo  18/11/2003 20:42:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Essendo uno dei più articolati di questo forum, il tuo commento - che giustamente non si pone come prerogativa il convincimento altrui - pone in generale degli interrogativi validi. Leggendo qua e là le note biografiche dell'autore se ne potrebbe dedurre che, in questo film molto autobiografico, Bertolucci abbia voluto mostrare la sua personale visione del mondo (del '68, che è l'argomento in questione) attraverso gli occhi di Matthew. Le barricate e la separazione del finale mi hanno fatto venire in mente l'episodio, raccontato non ricordo dove dallo stesso Bertolucci, nel quale egli stesso s'era trovato a Parigi a litigare con Godard (in quegli stessi anni fervente militante "maoista") per le posizioni di allineamento al PCI assunte da Bertolucci, per l'appunto. E quindi di relativa distanza rispetto ai movimenti studenteschi e operai (confluiti spesso poi nella sinistra extraparlamentare). Mah, non saprei...