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JSA - JOINT SECURITY AREA regia di Chan-wook Park

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7½ / 10  11/01/2012 14:29:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Park Chan-Wook affronta il tema della separazione coreana in questa che è una delle sue prime opere,lo stile registico non ancora ottimizzato denota già notevole personalità lasciando presagire requisiti che lo porteranno ad essere considerato (a ragione) uno dei migliori filmaker asiatici in circolazione.
Inizia come un thriller d'ambientazione militare per poi vertere sulla cronaca di un'amicizia assecondata da una reciproca solidarietà.Geniale la gestione cronologica degli avvenimenti,i flashback vengono introdotti alla perfezione nell'indagine messa in piedi per accertare cosa realmente accadde tra i soldati incaricati di fare la guardia a una zona di confine denominata Joint Security Area,una sorta di margine immaginario,in questo caso caratterizzato dalla presenza di un piccolo ponte,una terra di nessuno in cui soldati del Nord e del Sud si fronteggiano sorvegliandosi vicendevolmente in una mansione di fatto insensata.
L'assurdità della guerra ,e soprattutto di questo conflitto, combattuto tra fratelli contrapposti a forza,formati da un'educazione incentrata su un nazionalismo esasperato e divisi da barriere che la conoscenza porta ad essere utopiche, viene scandagliata senza nessun abuso di retorica e tramite una disamina lucida in cui la violenza è solo un fatto accidentale,un imprevisto che si insinua per l'ennesima volta nel destino di una nazione.
La verità viene a galla supportata da innegabile eleganza narrativa e grande attenzione per i particolari, i numerosi punti oscuri sono svelati senza forzature o passaggi frettolosi,inoltre è impossibile non riconoscere la grande umanità dei protagonisti tra cui Kang Ho-Song,volto noto del cinema sud-coreano e spesso scelto da Park Chan-Wook per i suoi progetti.
Un film molto compatto in grado di esternare il malessere di un popolo,di cui in questo caso fa le veci un regista che a contatto con la follia della situazione ne coglie gli aspetti più malinconici lasciandosi andare ad una sofferta partecipazione.