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ACACIA regia di Park Ki-Hyung

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ilSimo81     9 / 10  06/02/2012 14:32:26Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
I registi orientali sono maestri nel creare film dell'orrore striati da venature drammatiche e poetiche. Park è uno di questi, capace di infondere nel suo "Acacia" tutte queste tre componenti in misura diversa.
Vero è che la definizione di horror è assolutamente limitante. Il colore del sangue, l'odore della morte e il verificarsi di eventi "super-naturali" creano casomai una tensione tipicamente da thriller, non un'atmosfera puramente orrorifica.
"Acacia" è soprattutto altamente drammatico. E' la storia di una coppia che, non riuscendo ad avere figli, decide di adottare un bambino dall'indole dolce ma a tratti imperscrutabile. Jin-sun riscopre così la gioia della vita, finchè vedrà, nella nascita di un fratellino, la potenziale perdita dell'amore ritrovato. Nella disperata ricerca, tipicamente infantile (o umana?), di attenzioni amorose esclusivamente rivolte a sé, Jin-sun arriverà ad un attaccamento morboso all'albero di acacia che cresce nel giardino di casa.

Park riesce abilmente a mostrare in un film dalla durata relativamente breve come ogni personaggio (la mamma, il papà, il nonno, la nonna, Jin-sun stesso) viva nel proprio cuore la progressiva evoluzione della situazione familiare, tendenzialmente ricostruibile come una parentesi di serenità tra due momenti altamente drammatici. La trama si sviluppa interessante e coinvolgente, arricchita da opportuni flash-back che di volta in volta mutano la realtà delle cose.
Park è anche bravissimo nell'illustrare una storia che si snoda tra una silenziosa drammaticità e una palpabile tensione. "Acacia" è visivamente poetico, ricco di immagini emozionanti ed espressive, intense e commoventi - ricche, peraltro, di meta-significati (riflessioni su famiglia, amore, bambini, natura, vita e morte).