THE PRESTIGE regia di Christopher Nolan

Ammetto che al cinema, quando è stato svelato il trucco di Angier, sono rimasto parecchio perplesso..
L'abilità dei prestigiatori sta nel far credere allo spettatore, anche per un solo istante, di assistere a qualcosa di inspiegabile, di magico appunto.
In realtà, tutto è perfettemante spiegabile una volta conosciuto il trucco: tutti vogliamo capire come c'è dietro ma una volta che ci viene svelato rimaniamo sempre delusi, la magia è scomparsa.
La continua ricerca di razionalizzare il mondo fa parte della natura dell'uomo e a questo non si sottraggono Angier e Borden.
Il fatto che il trucco di Angier sia totalmente fantascientifico ho trovato che stonasse con il resto del film dove tutto era perfettamente spiegabile.
Ripensandoci e leggendo altri commenti il mio giudizio è cambiato, innanzitutto spostando il film da una sfera più razionale ad una più filosofica.

Il finale, cosi come il film, vive sul dualismo Borden/Angier.
Border aveva capito sin dallo spettacolo del cinese (finto) storpio che per essere credibile doveva "fondersi" con il suo alter ego artistico, il "professore". Da qui la presenza di un sosia (non credo sia un gemello e comunque, se accettiamo il concetto irrazionale che Angier può avere dei cloni non credo sia importante spiegare come il sosia di Borden sia perfettamente uguale a lui) che divideva tutto con lui: amori, dolori, successi, delusioni. Questo era il prezzo che lui era disposto a pagare per il successo e quindi la felicità, la condivisione della propria vita con un'altro.
Angier invece voleva tutto per se, non sopportava di non avere l'ovazione del pubblico o di doverla dividere con qualcuno. L'unica maniera per risolvere la sua ossessione era proprio quello di sdoppiarsi, anche se il sacrificio era morire ogni spettacolo.
Al di là della magia e della trama credo che il diverso approccio per ottenere la serenità interiore sia il principale argomento del film. Volendo, questo concetto si potrebbe estendere anche nel mondo politico..