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FULL METAL JACKET regia di Stanley Kubrick

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     9 / 10  31/10/2007 14:39:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Chi pensa che “Full metal jacket” sia un film che parla di guerra si sbaglia di grosso,il conflitto tra gli U.s.a. ed il Vietnam è infatti solamente la cornice utilizzata da Kubrick per mettere in luce ancora una volta la follia dell’uomo e l’attitudine di questi ad abbandonarsi alla violenza.
Non vi sono figure positive,non vi è enfasi tanto meno retorica,gli eroi non sono di casa in questa pellicola,a regnare incontrastati sono la pazzia e l’orrore.
Tratto dal romanzo “The shorts timers” di Gustav Hasford,”Full metal jacket” si presenta spezzato in due tronconi,il primo che vede la spietata preparazione delle reclute a diventare macchine da guerra assetate di sangue ed il secondo in cui i ragazzi si trovano catapultati nel bel mezzo di un mondo che inizialmente non riescono a comprendere,fatto di sangue e macerie,disperazione e morte,al quale pero’ si adegueranno velocemente.
Ad incarnare con maggior efficacia il messaggio pessimista di fondo è il soldato “Joker”,intelligente, riflessivo,pacato, ma anche all’occorrenza spietato killer,prova vivente di tutte le contraddizioni che l’uomo è destinato a portarsi appresso,capace di mostrare contemporaneamente il simbolo dei figli dei fiori e la scritta “Born to kill” sull’elmetto,monito terrificante e veritiero.
La trasformazione dei soldati è perfetta,Kubrick lascia che questa avvenga definitivamente mentre stanno nascosti, presi di mira da un implacabile e misterioso cecchino.
Kubrick ambienta le scene madri non nella pericolosa ed infida jungla come da tradizione, bensi’ sfrutta locations originali,ossia in un primo momento un’anonima caserma, poi le rovine della fatiscente citta’ di Huè al fine di mostrare come possa avvenire l’aberrante metamorfosi all’interno di individui assolutamente normali.
Il bellissimo finale non è null’altro che l’apoteosi della prevaricatrice e violenta indole umana che tende a rivelarsi anche in soggetti insospettabili e apparentemente pacifici,rappresentata mirabilmente attraverso un plotone di uomini sopravvissuti che abbandonando un luogo di distruzione, in cui le loro vite sono cambiate per sempre,intonano puerili canzoncine di Topolino.
Da un punto di vista prettamente tecnico il film è perfetto,ad incantare sono soprattutto i giochi di luce e le ambientazioni,ovviamente anche i dialoghi sono eccellenti ed il cast si muove in maniera perfetta dando vita a personaggi assurti a icone del cinema, dall’indimenticabile Sgt. Hartman a "Joker",da “Soldato palla di lardo” a “Cowboy”.
Kubrick consegna alla storia un altro capolavoro pessimista ed apparentemente privo di speranza.
Marco Iafrate  01/11/2007 11:50:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bravo Tayler, hai analizzato molto bene il messaggio di Kubrick: Full metal Jacket è la conferma che la vita umana non riesce ad essere guidata dalla ragione.
Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  05/11/2007 09:19:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie Maia,molto gentile! ;)