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FULL METAL JACKET regia di Stanley Kubrick

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Sir_Montero     9 / 10  29/10/2012 16:41:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Tante parole a riguardo di un film di questa caratura rischierebbero di trasformarsi solo in un gran vocio vuoto, trito e ritrito. Quando si tenta di esprimere un giudizio su film, riconosciuti universalmente, come grandi capolavori c'è sempre, dietro l'angolo, il rischio di commentare con le parole adoperate in commenti già espressi, recensioni già scritte, giudizi già pensati. Non è importante, a mio modesto avviso, puntare l'attenzione sulla suddivisione dell'opera in due parti, non vi è un calo o un exploit di valore nell'una o nell'altra parte; vi è un film unico, un'opera unica il cui filo rosso è la Critica destrutturante non solo della Guerra, vista come dimensione ultima della decadenza umana, ma anche dell'essere umano in quanto tale. Questa creatura moralmente amorfa, psicologicamente instabile è l'incarnazione assoluta delle due forze primordiali che regolano e determinano l'incedere della vita e del cosmo: Caos e Ordine, Morte e Vita, Movimento e Stasi. L'Uomo è l'ibrido, l'essere sui generis capace di dar corpo, determinando un'armonia incompleta, al rapporto bilaterale di queste due forze; l'unico vivente capace di generare vita e produrre morte coscientemente, lucidamente, autoregolandosi addirittura tramite l'imposizione di norme prescrittive e morali (che quasi sempre Kubrick, nei suoi film, smaschererà come meramente apparenti e ipocrite). A questo punto del discorso si inserisce la Guerra, prodotto esclusivo dell'uomo; la guerra che è per eccellenza la regolamentazione razionale, su un piano sovraindividuale, dell'impulso di morte e distruzione che alberga nell'uomo, il suo capolavoro assoluto. E come magistralmente questo film riesce a mostrare, gli effetti di questi impulsi, strutturati e incalanati da logiche politiche, economiche, Statali, sono unicamente forieri di pazzia, di violenza bruta e cieca, di regresso psicologico e fisico allo stato di natura; e giunti a questo stadio della psiche, non riuscirà a redimerci neppure il nostro ricordo più caro, la donna amata, un'amico, o una canzoncina che cantavamo negli anni più felici della nostra infanzia.