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L'UOMO DAI SETTE CAPESTRI regia di John Huston

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stratoZ     8 / 10  16/04/2024 12:42:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Huston dirige uno splendido western crepuscolare, prendendo un po' spunto anche da Leone e dal suo "C'era una volta il west" di tre anni prima, ricalcandone alcune tematiche e lo stile nostalgico, ne esce fuori un'altra forte riflessione sul cambiamento dei tempi, colma di ironia e con uno sguardo disilluso che difficilmente lascia indifferente lo spettatore.

La storia parla del giudice Roy Bean, ex criminale che decide di amministrare la legge in una terra di nessuno facendo fiorire questo piccolo villaggio da un iniziale saloon.
Il film presenta una struttura narrativa episodica, con diverse ellissi temporali che separano i singoli avvenimenti, una sorta di epopea del luogo in cui si notano i costanti cambiamenti, tramite anche lo sguardo di un Paul Newman, protagonista della pellicola e la sua motivazione nel mantenere l'ordine e una legge stabile nel suo territorio, il film procede tramite una fervida ironia, tratteggiata in diversi episodi, basti vedere i momenti del poker, alcuni parecchio esilaranti, o le scenette con l'orso, diventato poi la mascotte del posto e che più avanti causa anche qualche lacrimuccia ma anche inserendo elementi un po' più tipici dello stile spaghetti western che stava impazzando in quel periodo, basti vedere la sequenza riguardante Bad Bob, ecco quella scena vista oggi potrebbe essere stata tranquillamente scambiata per una scena di Tarantino, con quel bucone in pancia che gli fa Roy Bean.

Proseguendo verso la fine la tematica crepuscolare/nostalgica si fa sempre più insistente con il decadimento della legge applicata di pancia, come piaceva a Roy Bean e una modernità che continua ad avanzare sempre più prepotentemente, fino ad arrivare alle sequenze finali che lasciano quel sentimento agrodolce del tempo vissuto che non riuscirà più a tornare, il luogo stesso diventato un museo alla memoria di quello che fu ne è un tramite, con la poetica sequenza in cui finalmente la tanto amata diva che il giudice aveva sempre sognato è arrivata in quel luogo, peccato che ormai sia troppo tardi.

Gran bel western crepuscolare, che mi ha lasciato splendide sensazioni agrodolci e un velo di malinconia, con il solito grande cast che Huston ha spesso avuto a disposizione, abbiamo delle piccole parti anche per Anthony Perkins, Ava Gardner, lo stesso Huston si concede un ruolo, e una fotografia tipica di queste pellicole dai colori caldi, come appunto il tramonto di un periodo iconico che è stato sepolto dalle sabbie del deserto, ma anche del tempo.