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IL GRANDE RACKET regia di Enzo G. Castellari

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elio91     8½ / 10  10/12/2010 15:15:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sarebbe meraviglioso se tutti i film d'azione avessero l'impostazione e la tecnica di questo grandioso lavoro di Castellari. Purtroppo,invece,non solo gran parte degli action-movie non hanno seguito la lezione impartita da questi film (se non nell'impiego delle tecniche del rallenty messe a vanvera,però) ma la critica del tempo snobbò questo film e molti lo hanno dimenticato. Una vergogna,senza dubbio.
Ho sempre sognato di vedere questo genere di film impostati in questa maniera adrenalinica e senza mezzi termini,cupi e pieni di sparatorie e violenza a go-go con un minimo di sceneggiatura decente,e per trovarlo mi sono dovuto sempre rivolgere al passato ma in questo caso stiamo parlando di un dei migliori film italiani di genere caduto nel dimenticatoio troppo in fretta.
Ritmi dosati splendidamente,sparatorie e azione senza un attimo di tregua e grande padronanza dei dialoghi. Senza dimenticare un cast composto da volti difficilmente dimenticabili e perfetti,specie nel ruolo delle carogne. Come indimenticabile può risultare il solitamente monoespressivo Testi con fucile a pompa e cartucce; non che sia di chissà quale mimica facciale ma si fa apprezzare come il resto dei suoi compagni. Altra segnalazione importante da fare riguarda la bravissima e fetente Marcella Michelangeli in un ruolo femminile finalmente crudele e sadico al pari dei suoi compagni maschietti.
E come non rimarcare l'attenzione anche sulle notevoli capacità tecniche che si potrebbero addirittura definire innovative di Castellari? I rallenty non saranno una sua invenzione ma sono perfetti nel contesto e spettacolari,questo perché non vengono mai abusati ma hanno il loro giusto spazio all'interno della pellicola. Sotto il profilo del divertimento e dell'azione c'è poco da criticare. Diverso discorso per i personaggi: quello del protagonista Testi non sembra avere una carognaggine che lo renda duro,sporco e cattivo; il resto della strana banda che raccatta per le vie di Roma invece si differenziano l'uno dall'altro solo per le loro particolarità quasi macchiettistiche,uniti tutti dalla perdita di qualcosa a causa dei membri di questa criminalità organizzata. La giustizia fai-da-te che risolve il finale sanguinolento è orchestrata alla perfezione ma forse Castellari mette nella mischia sin troppe persone e personaggi.
Ovviamente ottime le scene di violenza,alcune (gli stupri) crudissime. Un plauso particolare al folle Luigi Giulti che riesce a rendere veritiera più degli altri l'entrata nella pazzia causata dal dolore.