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HAZE - IL MURO regia di Shinya Tsukamoto

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ilSimo81     8 / 10  30/04/2011 20:41:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Haze" si può dividere idealmente in due parti.
La prima parte: angoscia e oblio. Un uomo spaesato, terrorizzato e completamente immemore, schiacciato tra
enormi ed insondabili pareti buie ed opprimenti, in un buio labirinto di angusti cunicoli senza via d'uscita.
La seconda parte: speranza e simbolismo. Una lotta per riappropriarsi della vita e della memoria, in un susseguirsi
di immagini e momenti che confondono le coordinate temporali - passato e presente che si confondono, così
come la realtà si confonde col ricordo o con la metafora.
A far da discrimine, l'incontro con una donna. Un incontro che porta con sé il risveglio della speranza di sopravvivere
e la riscoperta della forza di volontà, ma anche il risveglio di immagini cruente e di voci di un passato doloroso.

Il primo approccio induce all'errore. I primi minuti creano nello spettatore la convinzione di assistere ad una
bizzarra versione dell'ennesima situazione "fuga e sopravvivenza".
L'incontro con la donna apre una seconda parte che a sua volta apre, seppur parzialmente, occhi e mente dello
spettatore. La trappola è una metafora, le immagini e le voci provengono dal significato celato dietro il velo
dell'apparenza. Muro e labirinto, metafora di perdizione ed oppressione, il buio è il colore dell'angoscia. Oblio,
smarrimento, soffocamento, sangue, buio e morte: esauriente compendio delle ossessioni umane. Amor vincit omnia?
Solo l'amore salva: in una selva di arti mozzati, due mani si stringono alla ricerca della vita, prima della morte, oltre
la morte.
Lo spettatore si ritrova tra le mani una metafora e vuole comprenderla, una misteriosa scatola cinese di cui
vorrebbe apprendere il contenuto, ma di cui non sa trovare un'univoca chiave d'apertura.

La prima parte è una facciata ben costruita, che avvolge lo spettatore in una sensazione di
oppressione che fa sorgere la nostalgia della luce e dell'aria. La seconda parte è rivelazione e mistero: in una selva di
dettagli determinanti, vengono offerte all'ingegno molteplici chiavi di lettura, ma non viene indicata la soluzione
definitiva.

Più che un film, una metafora rivelata ma non svelata; un enigma che si compiace di restare essenzialmente irrisolto.
CyberDave  11/06/2011 16:43:19Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mi daresti una spiegazione di questo film?
Non ho capito nulla, è normale o c'era qualcosa di "non detto" che bisognava interpretare?
ilSimo81  07/11/2011 18:28:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ciao. A quanto pare mi sono perso la tua risposta in questi mesi :)
Diciamo che la mia valutazione, ampiamente positiva, è ponderata innanzitutto sul mio apprezzamento per il film in sé come "estetica", come "immagine", come prodotto insomma. Inoltre, io personalmente apprezzo ancora di più quei film che ti lasciano qualche dubbio interpretativo, che senza necessariamente svelare tutti i dettagli lasciano allo spettatore qualche spazio per l'immaginazione personale. E in effetti, come avrai notato, la trama si presta proprio a diverse letture: per farti un'idea ti consiglierei di leggere i precedenti commenti di altri utenti, molto interessanti.
Ma se hai voglia e pazienza di leggere, ti propongo la mia chiave di lettura.

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Secondo me potrebbe reggere. Se tu o qualcuno volesse dire la sua, mi farebbe piacere :)