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PAROLA E UTOPIA regia di Manoel de Oliveira

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     8 / 10  07/02/2007 21:49:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il cinema di Manuel De Oliveira sembra ossessionato dalla ragione e dalla ricerca terrena nel campo spirituale: agiografico ma irriverente, quasi shakesperiano nella sua "urgenza".
"Parola e utopia" è un bellissimo viaggio nei misteri della fede e della filosofia religiosa, costituisce per il protagonista, Padre Vieira, una rivoluzione mentale soggettiva, espressione di modernità e profezia.

L'uomo che si dedica alla lotta contro la schiavitu' e a cui il film risarcisce - con una tardività splendidamente umana - la sua riconoscenza.

Vieira è un personaggio illuminante: a tratti, negli scontri contro gli ambienti ecclesiastici, sembra una figura scientifica à la Galileo Galilei.

E' chiara l'influenza Rosselliniana (del periodo "didattico") nella capacità di De Oliveira di valutare attraverso due diverse concezioni della fede dell'epoca (Vaticano e/o inquisizione) un cammino piu' o meno inquietante per il futuro, uno sguardo nel presente.

Ne risulta opera statica ma tremendamente affascinante, dove l'autore riesce a unire sacro e profano filosofia e dogma attraverso la profetica verità che l'unica degna prosecutrice del disegno di Seneca ed Eraclito possa/debba essere la chiesa stessa.

Questa sorta di disarmante consapevolezza - che possiamo anche non condividere - esprime ancora di piu' l'ineffabile tradimento o l'illusione del cristianesimo di oggi, che ha perduto tutte le ragioni della sua etica.

Personalmente no, non condivido del tutto gli ideali di questo missionario costretto a donare la libertà (?) del Cattolicesimo a chi vive nella schiavitu' tuttavia non è neanche facile rinunciare alla sensazione che una rinuncia peserebbe molto di piu'.

Splendida la sequenza dell'incontro di due preti al cospetto della Regina Cristina di Svezia

Un cinema oratoriale, a modo suo rivoluzionario, capace di esplorare le fonti del pensiero in un'epoca in cui l'indagine della ragione è del tutto assente, sepolta dalla consuetudine e dall'oblio (appunto) della stessa ragione