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LA FORMULA regia di David Mamet

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Cagliostro     8½ / 10  26/01/2007 16:12:41Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Quando due persone si siedono per stipulare un accordo, ciascuna di esse si aspetta che l'altra stia cercando di imbrogliarla".
David Mamet è un autore atipico, che rifugge costantemente le regole e le convenzioni del cinema più strettamente commerciale.
"La Formula" si introduce perfettamente per tipologia, per schema narrativo, per struttura dei dialoghi e per costruzione ed approfondimento psicologico dei personaggi, in quella parte della produzione artistica di Mamet che appartiene alla sfera del gioco psicologico, dell'affermazione dell'intelletto superiore (si vedano anche "La Casa dei Giochi" e "Il Colpo"). Più simile ad una vera e propria partita di scacchi condotta con gli artifici del poker, piuttosto che a un semplice gioco di specchi, "La Formula" è un thriller intelligente che rispetta anche alcune regole del noir classico. La trama, originale e ben costruita, è soprattutto un brillante escamotage per analizzare il relazionare umano, nella sua più ampia molteplicità di aspetti che va dai rapporti di lavoro, a quelli d'amicizia, a quelli d'amore fino a quelli di aperto antagonismo e di competizione. Una prova di forza in cui ciascuna delle parti in causa cerca di affermare la propria supremazia attraverso l'uso del denaro, l'esercizio del potere, il ricorso all'inganno, all'adulazione e alla seduzione, fino alla pressione della minaccia e della violenza sia psicologica, sia fisica. Ciascuno persegue uno scopo e utilizza gli altri esseri umani come dei pedoni. Il conseguimento del proprio traguardo implica sovente l'annientamento tanto degli avversari quanto di coloro che si è utilizzato per affermare la prorpia superiorità.
Una metafora, quella scelta da Mamet, trasversale, propria della razza umana, e ricostruibile in un qualsiasi contesto sociale e storico.
Lo stile narrativo è intrigante e scorrevole. I dialoghi, spesso assai lunghi e ben articolati, intelligenti e mai banali, si altrenano sapientemente con alcune frasi più veloci e taglienti di forte impatto emotivo e psicologico.
Le interpretazioni sono perfette, e Mamet nella sua veste di regista si dimostra un eccellente direttore degli attori, al punto di sceglierne alcuni, come Steve Martin, che nell'immaginario colllettivo sono rilegati a determinati ruoli, e di calarli in un contesto assolutamente differente da quello abituale, rendendoli perfettamente credibili.
Come sempre è eccellente Rebecca Pidgeon, che già aveva lavorato con Mamet in "Homicide" e che collaborerà ancora col regista ne "Il Colpo" e ne "Il Caso Winslow", e il suo personaggio fu uno dei più interessanti di tutti gli anni novanta.
Il titolo originale del film si traduce letteralmente con "Il Prigioniero Spagnolo", ma non ha niente a che vedere con un effettivo prigioniero spagnolo, si tratta bensì del nome di una truffa, di un gioco d'apparenze, che viene eloquentemente spiegato durante lo svolgimento del film.
"La Formula" è un film imperdibile non solo per i cultori del genere, ma per tutti coloro che amano un cinema elaborato ed intelligente, che si distacca da questa moda odierna di propinare al pubblico bue filmoni pompati a forza di effetti speciali, ma privi di costruzione narrativa e di dialoghi significativi.