SQUALI ALL'ATTACCO 3 regia di David Worth

Per non parlare della scena usurpata allo squalo di Spielberg. La vittima del mostro ignora l'abbaiare furioso del suo cane, che evidentemente si è accorto della bestia, e si tuffa tra le onde. Lo squalo lo assale e in uno sprizzo di sangue fintissimo, ma mai quanto il braccio mozzato degno di una recita di bambini, si inabissa verso il fondale.

(Salvo poi uccidere la bestia sparandogli in bocca durante l'assalto alla barca...!)

La caccia allo squalo da parte dei tre avventurosi amici giunge infine al termine quando durante lo scontro con la bestia, la dottoressa gli fa esplodere il cervello con un fucilone da caccia. Sembra tutto finito, il ****ccione immobile sul ponte della barca sorride contento. Due agenti della guardia costiera (ma potrei sbagliarmi) si dirigono verso di loro con frasi del tipo "siamo arrivati stai tranquillo"... E QUI ACCADE L'INENARRABILE! Uno squalo gigantesco, della stazza di una balena (NO, NON STO ESAGERANDO!!!!! E' DAVVERO MOSTRUOSO!) spunta fuori dalle onde e divora in un solo boccone la barca dei due! UNA SCENA FINTISSIMA, DEGNA DEI POWER RANGERS O DEI TELETUBBIES! Palesemente montata e rallentata dagli operatori con un effetto che rasenta il vomitevole, VIENE POI RIPETUTA UGUALE per le altre vittime del nuovo mostro!!! Al di là del fatto che ho riso per due mesi, passo ora alla conclusione. Com'è prevedibile, la belva è l'abominevole madre dello squalo, e vuole vendicare l'uccisione del piccolo (aria de LO SQUALO 4, che dite?). Ma i tre eroi senza macchia e senza paura (ma anche senza cervello) sono pronti ad affrontare questa nuova minaccia...
Le ultime scene sono da antologia.
Il gigante attacca il transatlantico dove il 'cattivo' sta dando un party per ricconi, e sono molti gli invitati che da commensali diventano cibo, vittime della famigerata scena al rallenty già detta prima.
La morte dei due cattivi è sublime.
Il guardaspalle del miliardario ruba il salvagente alla sua donna e, con un sogghigno come a dire 'addio baby', si butta in acqua. Guarda caso, in quel preciso istante, lo squalo emerge dalle onde e, con un mirabile tuffo, il perfido scagnozzo finisce direttamente (ED E' PROPRIO COSI'!) nelle sue fauci aperte. Sorte più o meno analoga aspetta il miliardario, che fuggendo dalla nave su una moto d'acqua, trova di fronte a sè la bocca spalancata del mostro e, pur avendo qualche minuto per buttarsi in acqua e salvarsi, preferisce stare fermo e urlare come un imbecille, scomparendo nella gola dello squalo.
Prevedibile il finale, in cui l'eroe muscoloso fa saltare in aria il mostro con una sorta di razzo a ricerca di calore, e terribile la scena finale, in cui tutti e tre gli eroi si trovano sul canotto e concludono con una frase del tipo "Non parlarmi di mare, non ne voglio sentir parlare per almeno due anni!" e giù a ridere.
Ma non finisce qui.
E no.
Per un film del genere, mi son detto prima di spegnere, ci vuole un finale adeguato.
Ci vuole il finale ovvio.
Il finale in cui si scopre che il mostro è ancora vivo.
Ed è così.
Gli ultimi tre secondi si svolgono in una sorta di caverna sotto una scogliera. Puntuale come le tasse, spunta fuori la pinna di uno squalo