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UN MALEDETTO IMBROGLIO regia di Pietro Germi

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Invia una mail all'autore del commento emmepi8     9 / 10  24/01/2007 12:37:26Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sceneggiato dallo stesso regista con i fidi De Concini e Giannetti e tratto dal romanzo di Gadda, che come sappiamo è stato un letterato fra i più interessanti della nostra letteratura, ma molto più attento al linguaggio che alla storia del racconto. Qui hanno saputo trarre le conclusioni che Gadda non si è sognato di trarre, e quindi è stato preso lo spunto dal libro per poi andare avanti da sè in maniera coordinata e cinematografica. Gadda non si è scandalizzato affatto della versione cinematografica, avendo il regista una finalità diversa. Il linguaggio a cui mirava Gadda è in parte rispettato, dico in parte perché dei dialetti che emergono dal romanzo qui rimane solo la romanità, ed in qualche scena la lezione delle sceneggiature di Pasolini(solo sceneggiature, il debutto come regista avverrà poco dopo) si fanno sentire, con molta intelligenza e sintesi; è stata spostata anche l'epoca della storia. E' considerato un po' il prototipo dell'unica maniera di fare giallo cinematografico in Italia, ed infatti lo è forse lo è anche rimasto. Un bel cast, anche se il doppiaggio fa degli scempi inutili, vedi: Eleonorta Rossi Drago e Castelnuovo, che erano e sono attori più che bravi, togliendo la Cardinale che non parlava italiano e sapeva poco recitare, quello che resta è la sola sua immagine sulla quale, Germi punta molto intelligentemente.Il film vinse il nastro d'argento per la scenggiatura e per Claudio Gora, davvero inappuntabile.Ci si lamenta che Germi sia dimenticato, ma questa dimenticanza è solo degli imbecilli; se uno vuole fare cinema davvero non può prescindere da questo autore e maestro; e tutte le masturbazioni mentali che sentiamo sui vari "maestri" presunti che sentiamo in bacheca..... lasciamo fare.. e speriamo che godano.. sempre in solitario piacere.
Un bell'esempio di giallo all'italiana, ultimo film drammatico del regista dopo di che ci si affaccia in pieno nella commedia all'italiana satireggiante.
Rustichelli ha contribuito come sempre ed ancora di più al film, cogliendo un gioiellino che è rimasto non solo come emblema del film, ma anche nella storia dell musica popolare con al canzone Sinnò me moro, cantata dalla figlia Alida Chelli, che iniziò il cammino artistico
Germo attore.Perfetto visivamente parlando, ed è rimasto nell'immaginario dei personaggi degli ispettori
Claudio Gora.Bravissimo nel ruolo del marito, pieno di sfumature che aiutano la storia a crescere in maniera giusta
Eleonora Rossi Drago.Il personaggio di Liliana, smussato e condensato a cui questa attrice, troppo volte sottovalutata, aderisce in maniera perfetta senza complessi di età ( era più giovane del suo personaggio)
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  10/03/2007 20:39:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La tua critica è eccellente, condivido perfettamente anche la tua opinione sulla Rossi Drago (e che donna meravigliosamente bella: certi labbroni di una sensualità incredibile... altro che le squinziette di oggi) ma mi devi spiegare perchè secondo te la Cardinale non parlava italiano e non sapeva recitare: ma l'hai mai visto "vaghe stelle dell'orsa" di Visconti? Era splendida...
Dick  11/08/2007 19:33:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Parlava probabilmente di quel periodo. All' epoca ho sentito anch' io che non parlava ancora italiano o comunque non in maniera corrente.
Dick  11/08/2007 19:33:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Ci si lamenta che Germi sia dimenticato, ma questa dimenticanza è solo degli imbecilli; se uno vuole fare cinema davvero non può prescindere da questo autore e maestro; e tutte le masturbazioni mentali che sentiamo sui vari "maestri" presunti che sentiamo in bacheca..... lasciamo fare.. e speriamo che godano.. sempre in solitario piacere."

GIUSTO!!!