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UN MALEDETTO IMBROGLIO regia di Pietro Germi

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Terry Malloy     8½ / 10  02/04/2008 18:01:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dal capolavoro di Gadda, Pietro Germi dirige un giallo e un caso umano con straordinario talento, sia interpretativo sia registico.
Molto bello lo svilupparsi del personaggio di Ingravallo parallelo e in sintonia con la vicenda che si fa sempre più macabra e sporca semplicemente scavando a fondo nel sostrato sociale. Sostrato che perfettamente ci presenta nelle prime immagini e che hanno una sorta di legame speciale con le ultime, rurali e dolorose; solo, inserito molto argutamente, elemento disturbante è la canzone iniziale, una canzone d’amore in un giallo che respira di virilità, morte e grettezza. E non a caso questo lirica chiude l’ultima indimenticabile sequenza che assomiglia quasi ironicamente a quella di Roma Città Aperta (anche se fra le due donne vi è un abisso…appunto), iperbato a cornice che racchiude una storia amara, putrida (come putridi sono personaggi come il Dott. Valdarena, magnificamente interpretato da Fabrizi e il marito), ma anche emblematica: l’amore (minuscola voluta) che spinge ad atrocità, un sentimento di guai e frustrazione, un amore petrarchesco.
Intelligente la scelta di Germi, quella di passare oltre al narrato del romanzo cruciale di Gadda (a cui poco interessa il lato investigativo, tantochè neanche dice l’assassino) e raccontare una storia propria con un intento e un fine proprio, direi quasi intellettuale.
Una scelta che prima avevo giudicato male, perché non credo molto a queste pericolose operazioni cinematografiche-libresche, ma che si è rivelata ottima.