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UN MALEDETTO IMBROGLIO regia di Pietro Germi

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Invia una mail all'autore del commento anthonyf     10 / 10  05/10/2012 20:02:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il primo vero capolavoro di Germi, seguito subito nel '61 dal sublime "Divorzio all'Italiana", che segna il trasferimento del nostro cineasta italiano dal registro noir-drammatico alla cosiddetta 'commedia all'italiana' (genere che tra l'altro prende il suo nome grazie al film di Germi citato precedentemente, con protagonista Mastroianni, alias Ferdinando Cefalù).
Il film è un giallo a tinte noir fortissime, sia per l'atmosfera grigia e malinconica, quasi spettrale, sia per il linguaggio intenso ed avvincente, nonché anche per l'analisi sociale che la pellicola da' dell'Italia degli anni cinquanta. Ispirato (o tratto con libertà creative, se vogliamo) dal mitico e celeberrimo romanzo "Quer pasticciaccio brutto de via Merulana" di C. E. Gadda, il film di Germi ha il pregio, intanto, di mantenerne intatto lo spirito pessimista e cinico dell'autore e le sue riflessioni sull'umanità in generale. C'è ovviamente lo spostamento dagli anni venti a quelli cinquanta tra romanzo e film, ma Germi riesce a rievocare il Fascismo grazie ad una singola sequenza, in cui viene inquadrata la foto di Remo Banducci (nel libro "Balducci") con la camicia nera. Gli interpreti sono magistrali: Germi è oramai STORIA nei panni del commissario Ingravallo, la Cardinale, nonostante i problemi linguistici e la giovane età è molto brava e credibile, Fabrizi e Gora sono strepitosi, ed anche Urzì (di contorno) e la Rossi Drago regalano ottime performances. La sceneggiatura fa il suo mestiere, alimentando suspence, intrigo e passione, e la regia di Germi, beh... quella è Arte!
La colonna sonora di Rustichelli è meravigliosa (il canto "Sinnò me moro" cantato dalla figlia Alida [Rusti]Chelli è straordinario) e l'epilogo è oramai STORIA. La Cardinale che corre dietro all'auto della polizia è un chiaro omaggio al Neorealismo, forse un saluto chiarissimo di Germi al quel genere.