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PULP FICTION regia di Quentin Tarantino

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     9 / 10  02/03/2007 21:47:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Trovo personalmente fastidioso il modo con cui si accaniscono esegeti della somma arte contro "pulp fiction", colpevole (ebbene sì) di non avere un vero e proprio script ma "soltanto" frammenti di (ribadisco, grande) cinema dove Peckinpah e Siegel, i b-movies italiani, Di Leo, Booman Sam Fuller Corman e molti altri convivono allegramente.
La novità del cinema di Tarantino è agli antipodi rispetto a quella di Lynch, ma entrambi hanno decontestualizzato il supporto cinematografico al Culto dell'Immagine al Feticismo del richiamo Visivo dello spettatore.
Per questo e mille altre ragioni, "Pulp fiction" è una vera e propria Opera d'Arte, non ha nulla di affettato e costruito, vanta come il precedente "le jene" dialoghi straordinari, sequenze indimenticabili (il passo biblico recitato dall'immenso Jackson in una sorta di "furto autoriale dell'inedito" sopraffando il Cassavetes di "una notte d'estate - gloria" che l'immagine iniziale l'ha bruscamente interrotta) e personaggi realmente cool nel loro aspro malessere (la metafora dell'orologio di Willis - finalmente valorizzato - l'indimenticabile Keytel "pulitore di macchine disseminate di cadaveri", il beffardo contrasto black § white della coppia Jackson-Travolta che è facile confondere nelle vesti di cinici poliziotti anzichè malavitosi come nel cinema poliziesco americano degli anni 70").
Forse l'unica cosa che stride nel contesto di questo efferato "mosaico di humour nero e violenza" è proprio l'omaggio al Boorman di "Deliverance", in rutilante versione sado-maso, dove per principio Tarantino calca la mano sull'amoralità della violenza nel caos urbano della metropoli.
C'è poi l'agghiacciante sequenza della "siringa", che è l'unica ad avermi provocato qualche problema di sensibilità, visto che non è esattamente un'oggetto che amo particolarmente, per quanto lavori in ospedale (appunto..).
Da antologia ovviamente la sequenza del ballo di Uma Thurman, e la prima - allucinata sequenza - della rapina nel bar.
Tarantino gira un vorticoso post-noir moderno, filtrando il cinismo con una visione veramente nuova e antitetica di cinema.
Con il successivo "Jackie Brown" girerà il film piu' maturo filtrando la sua soggettiva con uno script vero al servizio del cinema "puro": ma "Pulp Fiction" con i suoi antieroi amari e nichilisti resta un'esperienza indimenticabile