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PULP FICTION regia di Quentin Tarantino

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Woodman     8 / 10  14/08/2013 17:52:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Troppo magnificato, davvero troppo. Commenti squilibrati a iosa dovunque, sempre.
Qui il capolavoro non è il film, ma la mole di esagerazione di cui si sono rivelati capaci i fans più ciechi e devoti del nostro amico Quentin. Meglio ancora, del loro dio Quentin. Oramai il ragazzaccio di Knoxville è diventato una statuetta da venerare, ebbra e modaiola, portatrice di un certo modo di fare e considerare cinema, di una visione tutta cool, acida e grottesca (nel senso più splatter e umoristico del termine).
Indubbiamente un cinefilo incazzato intelligente e pieno di passione, sì.

Pulp Fiction oggettivamente resta una vera e propria pietra miliare, un film originale, una bella bambola da strapazzare, un oggetto di culto per i fanatici.
Sceneggiatura semplicemente strepitosa e personaggi entrati nell'immaginario collettivo, con particolare menzione al Jules dello straordinario Samuel L. Jackson (e dello straordinario Luca Ward), al signor Wolf di Keitel, alla Mia di una Uma Thurman da Oscar. E come dimenticare il duo Willis-De Medeiros? Degni eredi della coppia McQueen-McGraw (la più bella del mondo cinematografico a mio parere).
Tecnica e gusto non mancano, e il tutto è trattato in modo originale e curioso. Per la prima volta, credo, ma sicuramente sbaglio, si può parlare di un film che eleva a tal punto una sceneggiatura frammentaria e sconnessa, facendone il suo punto di forza (e di maggior interesse).
I momenti grandi non mancano, basti citare tutto l'episodio con Mia Wallace (dall'ingresso in casa con l'interfono fino alle esilaranti sequenze dell'iniezione di adrenalina e della proverbiale storiella della famiglia di pomodori). Oppure il pesantissimo segmento dello scantinato del negozio dei pegni, con tanto di inevitabile, brillante conversazione conclusiva fra boss e pugile. O ancora il finale da urlo, in cui si assiste ad una specie di "resa dei conti" verbale dai toni mistici.
Buonissima la colonna sonora.
John Travolta è un gran pagliaccio. Mi sta simpatico, lo ammetto, ma sentite come recita realmente. Il lavoro grosso lo ha fatto il bravissimo Claudio Sorrentino nel doppiarlo. Due caratteri diversissimi messi a confronto. Anzichè dare il David a Travolta, piuttosto date il Nastro d'argento a Sorrentino, come fate spesso con Chevalier e compagnia bella..

Gli ho preferito il dittico di "Kill Bill", un'opera enorme, una summa assai più gustosa del visionario universo tarantiniano. Oggettivamente i suoi film più riusciti sono il Vol.2 e i Bastardi. Il recente Django l'ho trovato discreto, ma non mi ha certo entusiasmato.
In assoluto il peggiore è il primo dei Grindhouse, un esercizio di stile fine a sè stesso, povero di idee, straripante di citazioni buttate lì e via, valido solo per le performance delle attrici.

Il fatto che ci sia un irritante nugolo di fanatici qualunquisti e privi di metri e misure nel valutare una qualsiasi opera di Tarantino non può non influenzare almeno un po' il mio giudizio. Specie poi avendo veramente vicino in tutta la sua filmografia solo "Kill Bill". Tuttavia posso ben dire che non ho mai trovato "Pulp fiction" una gemma imprescindibile e unica nel panorama cinematografico, ben più vasto di quanto molti sprovveduti tarantiniani pensino essere. E questo da prima che scoprissi tutto sto polverone esagerato.
Se "Kill Bill" mi si schianta sul cuore ad ogni visione, "Pulp Fiction" risiede sulle mie labbra sorridenti. Ma resta lì e fine.
Il maniacale regista si è superato dopo questa bella prova.
In definitiva "Pulp fiction" è un film da vedere e rivedere, ma, per favore, stiamo calmi.
I veri capolavori sono altri.
Mic Hey  19/02/2015 05:08:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Certo che i gusti son proprio strani a volte..
Pensa che a me KillBill,Bastardi,Django sono quelli che hanno deluso di più !
I capolavori di Tarantino sono LeIene, PulpFiction, etc..