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ALICE (1988) regia di Jan Svankmajer

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JOKER1926     6½ / 10  11/05/2012 16:39:44Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Chi ama, o perlomeno ammira, Jan Svankmajer è colui che pone dinanzi alla regia tutte le redini dell'immaginazione, del sogno. Spetta al regista guidare lo spettatore in un viaggio magnetico lontano dalle cose comuni.

Lo spunto preso dal romanzo di Carroll "Alice nel paese delle meraviglie" sembra essere quella mossa geniale, quel match point fatale che può guidarti alla gloria estrema, una volta e per sempre.
Come una squadra impegnata in una partita che vale tutto Jan Svankmajer appare collassare e perdersi, purtroppo, proprio sul più bello.
E' questa la più brutta storia che un recensore, amante del genio del grande regista in questione, può, giocoforza, narrare a chi legge queste righe.

"Alice" è un soggetto particolare istigatore di traiettorie psichedeliche e fantastiche. Da questo palco scenico il regista ceco confeziona una pellicola accettabile, ma i termini che collimano nella parola "sufficienza" risultano, dopotutto, essere sdolcinati. Qui stiamo parlando di un genio che stecca irrimediabilmente.
Quello che non funziona in "Alice" principalmente sono le atmosfere. Svankmajer ha abituato il suo pubblico a viaggi di una formidabile caratura psicotica, il buio e i colori "malati" hanno dettato sempre legge, il tutto con "Alice" non accade.
Nel contesto concettuale e visivo del prodotto del 1988 dovevano regnare quelle atmosfere che hanno segnato in seguito film (cortometraggio) come "Flora". Insomma "Alice" a livello visivo doveva avere una propria anima oscura e debordante. Questo manca.
Le stesse scenografie risultano essere buone ma non acutissime.
Continuando la marcia sul discorso tecnico da segnalare la mitica tecnica della stop motion accompagnata, nel frangente, da scene in Live action. Siamo ad alti livelli.
Il film con la stop motion, come sempre, dona quel senso di magia e di inconsueto, si crea (in buona parte) l'alone chimerico classico delle produzioni della regia di Svankmajer.

La sceneggiatura di "Alice" è costruita, logicamente, sulla situazione (fantastica e beffarda), la storia in queste occasioni si discosta e guarda di nascosto gli exploit delle immagini, le dinamiche narrative dunque fungono da totale optional.
Non mancano sequenze di buonissima fattura, ma, in linea di massima, scarseggia quella ricercata genialità, le potenzialità erano tantissime. La regia sembra quasi svogliata. Persino il messaggio metaforico latita di brutto. Emerge, semmai, la vena pazzoide della protagonista. Molta frenesia, poca concettualità.

"Alice" è un film che può piacere, ma per il critico che "mastica" e carpisce lo stile del regista non può applaudire l'operato. Chi ama Jan Svankmajer merita di più.