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SCARFACE regia di Brian De Palma

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stratoZ     8 / 10  11/04/2024 13:00:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

In occasione del quarantesimo anniversario dall'uscita ho avuto il piacere di rivedere in sala "Scarface" di De Palma, ovvero, quello che considero il film più frainteso di tutti i tempi. Contestualizzando meglio: ho conosciuto direttamente o indirettamente diverse persone, filo-malavitose, fan di questo film, e lo posso capire, effettivamente col suo stile eccessivo, le frasi epiche, il personaggio esaltato di Tony Montana, il ritmo forsennato, è quel film che può gasare i malavitosi e portarli a condividere frasi ad effetto sui social, prendere spunto da Tony, probabilmente visto come un modello di vita e via dicendo, quello che si viene a creare è un effetto - che ho notato anche con altri film come "A clockwork Orange" e "The Wolf of Wall Street" - per il quale l'eccesso non viene compreso sotto il punto di vista dell'autore, che tende a criticare neanche troppo tra le righe il personaggio in questione, e quindi si crea una sorta di bias che fa amare questo film anche al target che palesemente critica, il risultato è che ci sono parecchi dodicenni, o almeno c'erano ai miei tempi, che condividono frasi di Scarface per fare i duri su facebook, quando effettivamente Scarface non fa altro che farsi beffa di quelli come loro.

Ed è questa a mio parere la principale chiave di lettura, Scarface, tramite il personaggio di Tony Montana che monopolizza il film grazie anche alla solita sontuosa interpretazione di Al Pacino, risulta essere una visione caricaturale del gangster, o malavitoso che sia, assetato di potere, talmente tanto da sforare nella nevrosi e forse, grazie anche alle droghe, nella psicosi, e lo fa in ogni aspetto, è un film che fa dell'eccesso il suo marchio distintivo, eravamo in pieni anni ottanta e questo film è l'exploit del kitsch di quegli anni, non soltanto la regia del solito immenso De Palma, che qui si adatta perfettamente allo spirito dissacrante e quasi cartoonesco della pellicola, ma ogni particolare, dalla fotografia patinata alla scenografia eccessiva, fatta di cose dorate, letti dorati, tende dorate, statue dorate, macchine con gli interni tigrati, mi stava venendo quasi il voltastomaco, iniziali ovunque, architettura simile a quella dei templi, però più di cattivo gusto, praticamente è la sagra della megalomania ed è questo che rende efficace il dipinto che ne fa De Palma, se la prende sardonicamente col cattivo gusto di un malavitoso partito dal basso, con la classica rappresentazione fatta di ascesa e caduta che è diventata un archetipo di questo genere di pellicole, il percorso di Tony Montana e la sua sete di potere lo porteranno prima ad ottenere tutto ciò che vuole e poi velocemente a perdere tutto nel modo più drammatico possibile, ma è la caratterizzazione del personaggio ad opera di Al Pacino che da quel valore aggiunto alla pellicola, col suo stile ai limiti del grottesco.
Le sequenze dove questo sottile limite viene superato si sprecano, è un film che ingrana velocemente fin da subito, facendo del ritmo uno dei suoi principali punti di forza, la determinazione e il linguaggio del corpo scattoso, quasi nevrotico, di Tony vengono rispecchiate dalla dinamicità delle sequenze, che nella loro grottesca esagerazione risultano divertenti, e lo si vede anche dai dialoghi, della splendida sceneggiatura di Stone, che effettivamente in futuro qualcosina su questo stile lo farà - "Natural Born Killers", "U-Turn" pieni di turpiloquio, frasi ad effetto, sottotesti motivazionali, dal solito f*ck ripetuto migliaia di volte ai vari riferimenti alle palle, al coraggio, all'onore, tutto allo scopo di mettere in evidenza l'esagerata sete di potere di un personaggio che vive di apparenza e approvazione, che vuole trasmettere paura allo scopo di ottenere rispetto, che vuole tutto, la casa più grande, la donna più bella - e caspita se è bella Michelle Pfeiffer in questo film -, la sorella più casta, che però riesce paradossalmente a mandare tutto in vacca a causa di un ego smisurato che prevale sulla ragione e fa prendere le decisioni più sbagliate possibili, mettendo un po' in evidenza anche quanto sia facile per il personaggio contraddire i valori millantati, dato che di valori effettivamente non si tratta, ma dell'ennesimo meccanismo dettato dall'ego e dall'inculcata narrazione della persona rispettata, temuta e di successo a tutti i costi, mi viene in mente il rapporto morboso con la sorella e tutto ciò che ne consegue, fino al drammatico esito quando la trova col suo socio e braccio destro che gli era stato fedele tutto il film, mandando in fumo l'unico rapporto che gli era rimasto.

Insomma è un film che gioca sui paradossi, tramite questo mondo esagerato e al limite del grottesco e della parodia, regalando grandi sequenze diventate di culto, una confezione tecnica straordinaria del solito De Palma che in uno dei suoi film meno personali riesce comunque a far notare il suo tocco, con un ampio uso del pianosequenza e dei suoi tipici virtuosismi e l'iconica colonna sonora di Moroder. Non è esente da qualche difettuccio - mi viene in mente l'omicidio di Frank, in cui Tony e i suoi scagnozzi riescono ad entrare tranquillamente a casa sua armati, dopo che lui aveva provato a farlo fuori, insomma trovano le porte spalancate - ma riesce ad essere concettualmente molto efficace, detto questo, ce ne sono parecchi di De Palma che mi piacciono di più - mi viene in mente la triade dei 70' "Phantom of the Paradise", "Carrie" e "Obsession", oltre ad uno dei miei film preferiti di sempre, ovvero "Carlito's Way" - e ritengo questo remake, seppur molto molto valido, parecchio inferiore all'originale di Hawks, ma lì siamo in un mondo a parte e probabilmente la seminalità di quell'opera non la rende paragonabile a questo seppur riuscitissimo lavoro.