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E GUARDO IL MONDO DA UN OBLO' regia di Stefano Calvagna

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Invia una mail all'autore del commento balzac20     2½ / 10  29/01/2007 20:11:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
A milano si trova un cinema amato dagli estimatori del Rocky Horror Picture Show.
E' il Mexico.
Il venerdì è serata dedicata a questo spettacolo.
Gli altri giorni invece si trasforma in una sala proiezione di film improbabili.
Osservandolo da fuori in certi momenti verrebbe in mente di essere davanti a qualche cinema a luci rosse.
Ebbene, arriviamo al punto.
"E guardo il mondo da un oblò" fa venir voglia di trasformarlo veramente in un cinema a luci rosse.
***
Non ci sono giudizi pregressi, non preconcetti, nessuna aspettativa positiva o negativa.
Io e la mia compagna passiamo davanti al cinema e incuriositi dal titolo decidiamo di entrare.
Prima di avventurarci chiediamo alla cassa di che genere di film si tratti.
Lo sgomento del povero signore viene cancellato in poco grazie a un depliant che d'improvviso appare da sotto il bancone.
La trama è interessante.
E l'uomo è contento di aver risposto...(+ o -)
***
In sala siamo in 5.
Noi due, un uomo solo, un'altra coppia.
***
A questo punto starete chiedendovi come mai tanta dovizia di particolari a fronte di quella che dovrebbe essere una semplice critica...calma, ci arriveremo alla critica..manca poco.
Partono le prime scene e sono ancora convinto di essere davanti alla pubblicità.
Questa sensazione, ahimè, dura poco.
***
E' vero, è vero...stiamo parlando di puro, cristallino cinema indipendente.
Girato, lo dico per certo, a casa di qualcuno dei protagonisti anche se pretendono di spacciare la location per cinecittà.
Ma anche la tolleranza all'esordio (che tale non è) registico ha un limite.
Il sonno della paura genera mostri e quello della regia genera pura immondizia.
Questo film è immondizia.
Luca Seta, il protagonista, non è più colpevole degli altri in questa tragica commedia.
Recita male, sicuro, anzi malissimo.
Fa venire il voltastomaco e non si capisce mai come sia possibile che riguardandosi non si sia chiesto se quello fosse veramente il mestiere che voleva fare.
Forse avrebbe dovuto gestire una lavanderia.
In alcuni momenti è riuscito a chiudermi la bocca dello stomaco.
Eppure la sua recitazione non è stata la peggior cosa del film.
I dialoghi...
Sento ancora forte la fatica nel seguire questo ottovolante di stro**ate.
Tutto quello che passava per la mente del regista è stato mal partorito su uno script assolutamente infame.
Conflitto generazionale, politica, sociale, umorismo, intimismo, incapacità di crescere.
Hanno fatto buono tutto.
Al mercato del luogo comune sarebbe stato lo stand più seguito.
Avete presente quel piccolo gioiello dal titolo CLERKS?
Beh, questo è il suo opposto.
Entrambi low budget, entrambi semi esordio, entrambi autocompiaciuti ma alla fine uno fa ridere volontariamente e l'altro fa morire dal ridere per quanto male è stato fatto.
Scrivo, scrivo ed ho la sensazione di non avervi dato l'idea di quanto immondo possa essere questo film.
Forse potrei paragonarlo a "i miei primi 40 anni" ma anche in questo caso la sua essenza sfuggirebbe.
Abbiamo riso molto durante la sua proiezione, questo è vero.
Ma nessuno degli altri 3 ha avuto il coraggio di reagire.
Erano probabilmente già morti cerebralmente.
NON GUARDATELO
Non so come dirvelo.
Parliamo dello score?
Oh certo, parliamone.
Gianni Togni ha fatto una sola canzone memorabile nella sua vita.
Volendo essere certo di poterla rovinare appieno ha deciso di impiegarla in questo evento paracinematografico.
Poi ha aggiunto tutte le sue restanti canzoni meno famose e meno belle.
Ed infine ha messo tutto in lavatrice.
I coprotagonisti?
Chiara Sani, Andy Luotto?
Lo stesso regista?
Una vera, sincera, fiera degli orrori (la femminista e l'uomo in carriera, la prostituta, il padre, la donna romantica e quella cinica, i mafiosi, l'erotomane).
Attingiamo a piene mani, c'è posto per tutti.
Mancava il nano, certo, ma scritturarlo sarebbe costato troppo.
****
Resta molto da dire.
Ma questo film va stroncato sul nascere per evitare che qualcuno smetta di credere nel cinema.
E' vero, abbiamo vanzina, neri parenti e muccino.
Ma il vaccino per loro è in fase di sviluppo..
Per Malvagna...non c'è vaccino che tenga.
agentediviaggi  29/01/2007 22:12:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mi hai fatto morire dal ridere! Dico sul serio. Se ti può consolare io una volta andai a vedere un altro gioiello del cinema italiano: Cattive inclinazioni, che infatti è stabile tra i flop 25 al settimo o ottavo posto. Il cinema italiano si salva per 3 o 4 registi. Il resto è spazzatura. E' triste ma è cosi.
Invia una mail all'autore del commento balzac20  30/01/2007 19:39:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ti dico la verità... un pò mi consola. :-)

Invia una mail all'autore del commento kowalsky  30/01/2007 21:56:44Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Certo cosa aspettarsi da un film il cui titolo fa riferimento a Gianni Togni? Le scritte sui cessi delle stazioni al confronto sembrano inediti di trilussa
Invia una mail all'autore del commento balzac20  01/02/2007 11:00:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Tu hai ragione...ma in fondo siamo gente ingenua.
Guardiamo i film e siamo sempre convinti che, se proprio non si parla di un capolavoro, alemeno sarà guardabile.

Quanto sbagliamo!
Invia una mail all'autore del commento Andrea Lade  31/01/2007 00:59:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
A me Cattive inclinazioni è piaciuto.Ho dato addirittura 7. Se visto con gli occhi sperimentali dà una serie di emozioni altalenanti. Mi aggiungo comunque ai complimenti per questo commento.NON andrò a vedere il film..giuro!Sei stato bravissimo;)
Invia una mail all'autore del commento balzac20  01/02/2007 11:01:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mi basta sapere che hai deciso per il meglio.... ;.)