Dom Cobb 10 / 10 07/05/2012 17:20:47 » Rispondi Non è il bond-movie perfetto, titolo assegnato ufficialmente a Dalla Russia con amore, ma ci siamo quasi. Dopo il poco esaltante Zona pericolo, il quartetto composto da Glen regista, Dalton attore e Maibaum e Wilson sceneggiatori fa pieno centro con un'avventura dai toni sicuramente più cupi e violenti. Ho notato in questi ultimi tempi, che i Bond migliori sono stati effettivamente portati sullo schermo non da Connery, né tanto meno da Moore, ma proprio dagli attori più snobbati, cioè Lazenby e Dalton (Craig è un caso a parte). E questa affermazione non potrebbe essere più vera in questo Vendetta privata,
dove Bond è determinato a vendicare la quasi uccisione dell'amico Felix Leiter ad opera dello spietato trafficante Sanchez.
Qui il lato umano di 007 si mostra con un surplus di violenza ed aggressività, e l'intensa interpretazione di Dalton è senza dubbio alcuno un punto a favore del film; altro vantaggio è l'azione, più coinvolgente e meglio congegnata, e il ritmo, serrato e con la tensione sempre alta. Le bond-gilrs sono davvero notevoli, impegnate in una gara su chi sia la migliore e la decisione in tal senso non è facile, credetemi. La storia, poi, offre vari momenti divertenti che, a differenza del precedente film, non stonano,
con un simpatico Q una volta tanto più del solito vecchio consegna-gadget.
Anche il villain è più incisivo, risultando uno dei migliori degli ultimi Bond, se non il migliore in assoluto. Dunque, Vendetta privata è un ottimo film, ingiustamente sottovalutato, bello, emozionante, mozzafiato, con un contenuto di violenza superiore al solito e piuttosto inusuale
da ricordare Anthony Zerbe e la sua testa che viene fatta esplodere
ma mai gratuita, e a cui la vicenda emotiva contribuisce a dare una marcia in più, specie nel semplicemente eccezionale climax. Assolutamente da rivalutare.
elio91 07/05/2012 19:24:06 » Rispondi Che dire, ti amo a questo punto (in senso metaforico sia chiaro!).
Vendetta Privata o Licence to Kill che dir si voglia è anche uno dei miei Bond preferiti, certamente il più sottovalutato di sempre. Dalton, pur se non al livello di Connery secondo me, ha fatto quello che poi Craig stesso ha raccolto con i favori del pubblico, pronto in questo caso: un Bond fuori controllo, finalmente umanizzato. E mi fa piacere che sottolinei il momento Q, forse il migliore dell'intera saga in questo caso visto che finalmente non si limita alla spiegazione di gadget improbabili ma interviene direttamente nella missione di Bond come suo "zio". Per non parlare della violenza... insomma, questo è stato un Casino Royale precedente di quasi vent'anni ma all'epoca non fu per nulla compreso. Dalton soprattutto, meglio di Moore a mio parere che è il Bond che mi piace di meno.
Dom Cobb 05/03/2023 12:57:44 » Rispondi In trasferta alle Florida Keys per fare da testimone di nozze all'amico della CIA Felix Leiter, James Bond aiuta quest'ultimo a catturare il famigerato boss della droga Franz Sanchez giusto prima del lieto evento. Ma quando Sanchez evade di prigione e si vendica su Felix menomandolo e uccidendo sua moglie, Bond intraprende una guerra privata contro Sanchez per vendicare l'amico... Al termine degli anni '80, il marchio di James Bond ha perso molto del suo prestigio; il panorama cinematografico è cambiato, invaso da titoli sempre più improntati all'azione spettacolare e a brand più immediati come Indiana Jones, Arma Letale o Batman, togliendo al celebre agente segreto l'aspetto unico ed esclusivo di cui aveva sempre goduto. E a poco servono i tentativi di rinnovarsi con un'impronta più dark, rincorrendo le mode cinematografiche dell'epoca in cui Bruce Willis e Mel Gibson la fanno da padrone. "Vendetta privata" porta all'estremo il discorso incominciato con "Bersaglio mobile", mettendo definitivamente da parte l'umorismo sopra le righe e concentrandosi sull'elemento crudo e violento come mai prima d'ora; saluta il compositore John Barry e lo sostituisce con lo specialista action Michael Kamen, scelto proprio per la sua partecipazione a pellicole come "Die Hard"; lascia perdere avventure in giro per il mondo e rimane ancorato all'ambientazione americana, dalla Florida alla fittizia Isthmus, ispirata ai fragili stati dell'America centrale e del sud; e al posto di megalomani intenzionati a conquistare il mondo sceglie come villain niente più di un criminale del mondo della droga, come all'epoca andava per la maggiore. Per molti sarà stato un problema perdere l'elemento più sopra le righe ed esagerato di 007, ma personalmente lo ritengo uno dei tanti motivi per cui "Vendetta privata" è tra i migliori della serie. E' bene stabilire fin da subito che, nonostante gli ingredienti ci siano tutti e vengano utilizzati in maniera ottima, a livello di pura esecuzione si viaggia su livelli più che accettabili ma non proprio eccelsi: dietro la macchina da presa c'è ancora John Glen che, pur non distinguendosi in modo particolare, se non altro si rivela più energico e deciso che nel precedente "Zona pericolo", infatti la pellicola non annoia neanche quando gli inseguimenti e le sparatorie cedono il posto alle scene di dialogo. Anche la fotografia è nella norma, priva del glamour dei migliori Bond. A rendere "Vendetta privata" speciale nell'ambito della serie sono alcuni fattori di non poco conto: innanzitutto la storia, che in maniera insolita rispetto ad altri capitoli della serie, diventa il fulcro dell'intera pellicola anziché una mera scusa per mettere insieme diverse locations e scene d'azione. Queste sono presenti e sono realizzate con la solita, consumata professionalità e un alto tasso di spettacolo,
Si ricordano l'acrobazia elicottero-aeroplano nel prologo, un inseguimento subacqueo dove Bond finisce per fare sci nautico dietro un aereo, saltarci su e dirottarlo e il magnifico inseguimento finale sulle autocisterne cariche di gasolio, con alcune tra le più spettacolari esplosioni mai catturate su film.
ma sono anche meno numerose del solito, permettendo alla trama di svilupparsi prendendosi il suo tempo. Proprio la trama sorprende per com'è strutturata e costruita con inaspettata perizia; messi da parte i contorti complotti da guerra fredda del predecessore, ci si concentra invece su una semplice missione di vendetta in cui Bond riesce ad arrivare al suo nemico grazie più alla sua astuzia che alla forza bruta o all'aiuto di stravaganti gadget.
E' geniale il modo in cui Bond, nel prologo, partecipa alla cattura di Sanchez e in seguito dirotti un intero aeroplano pieno di droga senza che Sanchez o il suo leccapiedi Krest lo vedano mai in faccia. In questo modo, 007 in seguito è capace di infiltrarsi nell'organizzazione del boss fingendosi un assassino in cerca di lavoro senza che Sanchez sospetti nulla e senza per questo farlo sembrare un idiota. Brillante inoltre il modo in cui Bond sfrutta il denaro rubato per spingere Sanchez a dubitare dei suoi stessi uomini e minare alla base la sua stessa organizzazione volgendo a proprio vantaggio eventi imprevisti come l'apparizione di agenti della narcotici di Hong Kong. Ultimo ma non meno importante il fatto che Bond sia disconosciuto dal servizio segreto britannico e che anzi quest'ultimo intenda fermarlo con le maniere forti.
Qua e là ci sono elementi narrativi trattati con una fretta eccessiva e che avrebbero meritato forse un minimo più di approfondimento,
Viene dato a intendere che l'agente britannico incaricato di riportare Bond a Londra abbia chiesto aiuto agli uomini di Hong Kong senza però dirgli tutto, ma la cosa viene liquidata in un paio di battute che lasciano un po' troppo spazio a dubbi e ambiguità. E anche la sottotrama di Heller, il capo della sicurezza di Sanchez che viene convinto a collaborare salvo poi ritrattare, lascia il tempo che trova, anche se pure quella viene in seguito sfruttata da Bond per colpire ulteriormente Sanchez.
e di quando in quando i dialoghi non sono così frizzanti o intelligenti come avrebbero potuto essere; ma sono piccolezze che nell'ambito del film disturbano poco e non intaccano la visione. A sancire il successo definitivo della pellicola ci pensa il cast, dove troneggia un Timothy Dalton che finalmente riesce a rendere suo il personaggio: grazie al suo tenebroso carisma, dà vita a un Bond freddo e spietato come una roccia, dalla determinazione di ferro e che non si fa scrupoli a manipolare e uccidere alla stregua dei criminali cui da la caccia, tutto nel nome di un amico la cui vita è stata rovinata in modo non molto diverso dalla sua;
Il film stesso suggerisce un parallelo menzionando in maniera esplicita la tragica storia tra Bond e Tracy in "Al servizio segreto di Sua Maestà".
lo affiancano due capaci Bond Girls, la sensuale Talisa Soto e la Pam Bouvier di Carey Lowell, bellissima e deliziosamente tosta. A contornare il tutto un gruppo di cattivi con i controfiocchi, capitanati dal caratterista Robert Davi, inquietante al punto giusto e un giovanissimo Benicio del Toro fra i suoi scagnozzi. E sebbene i comprimari dell'MI6 abbiano uno screentime risicatissimo, lo stesso non vale per Q, per una volta vero e proprio agente sul campo e non solo semplice consegna-gadget, autore di qualche momento divertente che non stona. Le musiche del già menzionato Michael Kamen sono la ciliegina sulla torta: aggressive e cupe, intense ma senza rinunciare alla patina di divertimento caratterizzata dall'occasionale apparizione del "James Bond Theme", incapsula l'essenza stessa del film, che a dispetto dei toni più cupi non si dimentica di essere prima di tutto un'avventura incentrata sull'intrattenimento duro e puro. E le due canzoni dei titoli (la splendida "Licence to Kill" cantata da Gladys Knight e la sottovalutata "If You Asked Me To" di Patti LaBelle sui titoli di coda) completano il quadro nel migliore dei modi. "Vendetta privata" fu un mezzo fiasco alla sua uscita e rappresentò l'ultima partecipazione alla serie di molti membri del cast e della troupe, spingendo la serie in un limbo nel quale rimase intrappolata per sei anni a causa anche di motivi legali. Mi rallegra sentire che al giorno d'oggi abbia acquisito una nuova popolarità tra i fan, perché al netto di una realizzazione un po' artigianale, rappresenta sotto molti aspetti il meglio che il franchise abbia da offrire. VOTO: 9