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LETTERE DA IWO JIMA regia di Clint Eastwood

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Spotify     7½ / 10  26/11/2018 05:24:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
--- PRESENTI SPOILER ---

"Lettere da Iwo Jima" è il secondo capitolo del progetto cinematografico di Clint Eastwood basato sulla battaglia di Iwo Jima. Il primo film era "Flags of our Fathers", il quale ritraeva la battaglia dal punto di vista degli americani. Stavolta invece, i protagonisti sono i giapponesi.

Il regista pone i soldati nipponici al centro della storia, tra cui il soldato semplice "Saigo", il generale Kuribayashi, il barone Nishi e il soldato Shimizu.

Attraverso le storie di questi personaggi, il director racconta la battaglia dal loro punto di vista. Ognuno dei soggetti sopracitati, ha una storia a se, la quale ci viene mostrata. Però, in un modo o nell'altro, tutti sono finiti a combattere sulla stessa isola.

Ed è sempre tramite le vicende individuali dei protagonisti, che Eastwood ci dice di quanto inutile e crudele sia la guerra. Infatti, sembra quasi che i personaggi, partecipino controvoglia alla battaglia, che avrebbero preferito non arrivare mai all'isola, chi per un motivo, chi per un altro.

Il director nutre rispetto per i giapponesi e ce li presenta come uomini valorosi e pronti a tutto. Ma quando serve, sono anche capaci di usare la testa, come si può dedurre da alcuni comportamenti di "Saigo".

Le lettere, sono le conferme che in realtà, tutti avrebbero fatto a meno di combattere, ma, c'era l'onore del Giappone da difendere. E più volte, Eastwood, ci mostra come i giapponesi siano attaccati alla loro terra.

I personaggi sono ben caratterizzati, seppur, secondo i soliti cliché. Tuttavia, il generale Kuribayashi, è un soggetto intrigante, vista anche la sua, presunta, simpatia per gli americani. Questi ultimi, vengono messi in cattiva luce dal regista, come si può evincere dalla scena della fucilazione di Shimizu. Scelta coraggiosa e singolare di Eastwood.

Il ritmo è scorrevole. C'è qualche momento un po' più lento, ma le 2 ore e un quarto passano piacevolmente. Avrei approfondito di più la vita privata dei protagonisti, eliminando qualche sequenza action, ma va bene così.

Le classe di Clint dietro la macchina da presa è indiscutibile: il primo attacco degli aerei americani è pura lezione di cinema, così come sono dannatamente veritieri, i combattimenti sulla spiaggia dell'isola. Non manca la suspense e non mancano alcune scene crude e molto ciniche, come i suicidi dei soldati giapponesi.

Il finale è devastante. Sicuramente parliamo del momento migliore dell'opera. In questo caso, il tasso drammatico si alza notevolmente, con una serie di episodi davvero toccanti. Il tutto è, ovviamente, girato divinamente dal regista.

Gli effetti speciali, specialmente quelli riguardanti le esplosioni, sparatorie ecc... sono perfetti e usati sapientemente dal director. Invece, quelli più sanguinolenti, li ho trovati fin troppo computerizzati.

La fotografia è identica a quella di "Flags of our Fathers", quindi buia e grigia. Mi piacque moltissimo nel capitolo precedente e l'ho apprezzata altrettanto qui.

La scenografia è estremamente cupa. Eastwood rende le grotte, dove stanziano i soldati nipponici, quasi come delle tombe. Si respira un'atmosfera molto pesante.

Bella la colonna sonora, malinconica e non troppo invadente. Viene usata nei momenti più opportuni.

Ottimo il cast: Kazunari Ninomiya interpreta il tipico soldato giovane e timoroso. E' bravo e rende credibile il proprio personaggio.
Ken Watanabe invece, è tutto un altro livello. La prova dell'attore nipponico è di assoluto carattere. Watanabe riesce perfettamente a far amalgamare i sentimenti, spesso contrastanti, che tormentano il generale Kuribayashi. Esemplare l'interpretazione dei dialoghi.

La sceneggiatura funziona. I dialoghi colpiscono, anche se a volte si perdono nella retorica. Interessanti le storie private dei protagonisti, ben inserite nell'impianto narrativo. Meravigliosa tutta la parte finale, dettagliata e verosimile.

Quello che secondo me manca a questa pellicola, è un po' di sostanza. A dire la verità, questo difetto è presente in diversi film di Eastwood, eccetto "Mystic River" e "Gran Torino".
In "Lettere da Iwo Jima" è tutto girato benissimo, tutto realizzato a dovere, ma, è una pellicola un po' prevedibile. Ok che bisognava attenersi ai fatti storici, però, se magari togliamo la parte finale, che ovviamente è più romanzata, la pellicola procede senza grossi sussulti dal punto di vista emozionale. Insomma, non c'è quella scena che ti smuove dentro. Poi, nell'epilogo una parte di quanto detto, viene recuperata, ma non basta.

Conclusione: alla fine, quello che Eastwood porta a termine, è, senza dubbio, un lavoro pregevole e ben fatto sotto vari aspetti.
Tuttavia, ne "Flags of our Fathers", ne "Lettere da Iwo Jima", sono due pellicole, che, per quanto belle, sono capolavori: diciamo che ad entrambi i film manca qualcosa. Poi, onestamente, in questo, chiamiamolo, saggio sulla battaglia di Iwo Jima, il vecchio Clint, mi è parso un po' presuntuoso. Sembra volesse realizzare, l'opera cinematografica bellica definitiva, con la gran tecnica e quant'altro, ma per me non è stato così. Sia "Flags of our Fathers" che "Lettere da Iwo Jima", restano inferiori a molti altri film di guerra.