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LETTERE DA IWO JIMA regia di Clint Eastwood

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Invia una mail all'autore del commento piernelweb     8 / 10  17/09/2007 00:46:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
I colori desaturati di Eastwood si impastano con quelli lavici della terra di Iwo Jima; la macchina da presa indugia in un un grigiore plumbeo presagio di tragedia e morte. Il rovesciamento di prospettiva di "Flags of our fathers" è un film doloroso, più asciutto e più intenso che sottolinea l'assurdità bellica riflettendo sull'impossibilità, in un tale contesto, di intraprendere scelte individuali. Sui volti nipponici si legge l'ineluttabilità della sconfitta, ma come in "Salvate il soldato Ryan" il sacrificio di tante vite segnerà un fortuito destino di sopravvivenza per il giovane Saigo salvando così la sua promessa fatta al figlio, ancora nel grembo della madre, di tornare a casa. Il momento più toccante è nella sequenza della lettura della lettera scritta ai genitori dal prigioniero americano. Watanabe è un'attore solido, la sua performance è un emblema dell'orgoglio del coraggio e dell'onore giapponese. Pur non raggiungendo le vette del genere il vecchio Clint si conferma un regista in stato di grazia, e questa suo duplice lavoro è una preziosa rilettura su due versanti di uno dei avvenimenti più atroci della storia contemporanea.