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ARANCIA MECCANICA regia di Stanley Kubrick

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amterme63     10 / 10  07/05/2006 23:29:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Una profondissima e complessa riflessione sull’animo e sulla società umana. Un intreccio complesso di ordine e disordine, legge e crimine, vittime e carnefici. Ogni personaggio, ogni istituzione è sia l’uno che l’altro in un continuo mutare e rovesciarsi. Una società in cui la regola diventa la contraddizione, in cui la violenza riesce ad annidarsi dappertutto. Ogni personaggio ha il suo lato rispettabile e oscuro allo stesso tempo. Non si salva nessuno. Il tutto in un film dalla grande tecnica cinematografica che fa uso di tutte le forme d’arte. La pittura/architettura nella fotografia e ambientazione, la musica che penetra e condiziona ogni scena, l’artificio letterario con il continuo uso del simbolo, riuscendo a concentrare in una singola scena mille significati.
Il protagonista, Alex, ha molto dei personaggi di Sade. E’ un individuo che sente dentro di sé un istinto alla violenza, un desidero di potere, l’attitudine al comando al di là del bene e del male (un superuomo alla Nietzsche). Un istinto che prende il sopravvento con una famiglia ricca e distratta, un’educazione assente, un tutore ambiguo, in una società cinica e materialista. Comandare è una lotta e alla prima occasione Alex viene tradito dai propri ‘sottoposti’. Così Alex conosce l’ambiente in cui si dovrebbe ‘correggere’ i deviati sociali. Un ambiente altrettanto deviato e malato quanto la società, pieno di facinorosi e sopraffattori, un mondo senza senso in cui c’è la stessa lotta per comandare. Legge e crimine sembrano due facce della stessa medaglia.
Agire sull’istinto invece che sulla volontà non serve. Si creano dei masochisti al posto di sadici.
Tanto più che la violenza genera altra violenza ed è impossibile evitare che una vittima non diventi a sua volta carnefice. Effettivamente è difficile trovare una soluzione e forse il film sembra suggerire che non usciremo mai da questo circolo vizioso.
Chissà, forse l’esperienza può avere aiutato Alex a capire e a scegliere liberamente per il meglio, non solo per il suo piacere egoistico, ma per il meglio di tutti quanti.
stelligia  08/05/2006 20:35:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
complimenti per l'ottima recensione...anche se ti confesso che l'ultima frase mi lascia un po' perplessa...
amterme63  08/05/2006 22:39:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il finale non dice come sarà il futuro nel 'nuovo' Alex. Si sa che ha recuperato la gioia dei sensi. Bisognerebbe capire cosa significa l'ultima scena d'immaginazione di Alex. Un rapporto sessuale che sembrerebbe gioioso, con tanta gente intorno che fa il tipo per loro. Qui entra in gioco, come in tutti i capolavori, la riflessione libera che viene lasciata allo spettatore. La mia è una opinione personale. Forse tutte le esperienze avranno aiutato Alex a capire meglio se stesso e il mondo e a fare una scelta libera, come del resto viene enunciato nel film dallo strano personaggio del prete. Che film complesso e bello che è. Alla faccia di chi giudica Kubrick non più attuale.
stelligia  09/05/2006 20:25:31Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
quello che credo io è che alex torna come prima...forse sta qui il libero arbitrio...
Invia una mail all'autore del commento thohà  10/05/2006 15:34:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Esattamente!
Invia una mail all'autore del commento thohà  09/05/2006 17:39:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il punto in cui il film si avvicina maggiormente ad una presa di posizione morale si ha con la figura del cappellano della prigione che esclama vigorosamente la necessità del libero arbitrio, un personaggio che nasconde dietro di sé lo stesso Kubrick: "E' l'unico punto di vista non satirico del film, voglio dire, il cappellano ha ragione!" conferma Kubrick. Il finale del film, in effetti celebra il trionfo della possibilità di scelta.

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amterme63  09/05/2006 22:09:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mi sa che avete ragione. Alex ritorna quello di 'prima', chissà se ci riprova con la violenza ... Ma quel geniaccio di Kubrik ha messo le uniche parole non sarcastiche in un personaggio veramente sarcastico. La scena in cui descrive le pene dell'inferno ai distratti prigionieri, assicurando che esistono proprio, mi ha fatto proprio ridere. Ma del resto è come in Shakespeare che faceva dire le cose serie ai giullari e ai pazzi di corte.