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ARANCIA MECCANICA regia di Stanley Kubrick

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     9 / 10  15/03/2007 18:26:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Quando l'immaginario introduce la realtà (per certi versi l'ultimo film apertamente "politico" di Kubrick) e la falsifica, come oggi, potremmo vedere quegli occhi "aperti" di Alex (trattamento Ludwig) come se quel futuro agghiacciante profetizzato da Burgess e Kubrick non sia altro che l'involuzione della specie moderna della razza umana in una sorta di passiva testimonianza del Male.
Il Nazismo vive, cova, vegeta in ognuno di noi, come nelle azioni quotidiane e nelle mode piu' irreprensibili (plastica facciale, vivisezione, culto del corpo, etc.) e ne facciamo spesso uso senza premunirci di identificarlo con qualcosa di "interiormente e culturalmente devastante".
Quando Alex prova per la prima volta orrore per le immagini terrificanti che gli impongono di vedere, egli non è disintossicato dalla violenza, ma dalla coercizione sociale che gli impone di separarsi per sempre da quello che dovrebbe essere un processo evolutivo interiore e indipendente.
Se "Arancia meccanica"x non è invecchiato troppo bene, è giusto oggi interpretarlo con questi parametri, che sono del resto intrinsechi nell'opera omnia di Kubrick. E' per questa ragione che Kubrick e i suoi film hanno il dono dell'immortalità: rivisti dopo diversi anni, costituiscono un trait d'union tra le metafore del passato e quel presente che continuiamo a guardare talvolta "ad occhi chiusi" (eyes wide shut. come l'ultimo film di Stanley).
Interprete del passato, del presente o del futuro, Kubrick è interessato alle radici evolutive o involutive dell'Uomo, al punto che lo spettatore finisce per parteggiare per il criminale Alex strumentalizzato dalle derive del potere (le stesse del beffardo e satirico "Dr. Stranamore", probabilmente, e a pensarci ugualmente parodistici).
Per alcuni sfiora il grottesco tutta la parte finale, mentre sarebbe da interpretare diversamente il carceriere-Hitler e la parodia di un brutto peplum con il Cr.i.s.t.o. immortalato come nei peggiori incubi hollywoodiani, e il retaggio di una violenza che incentiva altra violenza (vs. vendetta) e così via...

Certo col senno di poi il sour-milk bar, l'eccentrico kitsch design dell'arredamento della ballerina o il look sgargiante e freak dello stesso Alex fuori-divisa di ordinanza, insomma tutto il background post-beat del film, graffiano meno del dovuto.

Ma nella sua ineffabile provocazione anti-classicista (dissacrante la "singin' in the rain" intonata con lo stesso spirito punk nichilista del Vicious - ehm Sid - di "My way") la celebrazione del nostro raccapricciante universo in tutte le sue forme degeneri permane.
Occhi aperti, dunque
lampard8  15/03/2007 19:47:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Complimenti,uno dei migliori commenti da quando frequento fs!
Bravo