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A SNAKE OF JUNE - UN SERPENTE DI GIUGNO regia di Shinya Tsukamoto

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Tumassa84     9 / 10  27/06/2011 09:41:39Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
A Snake of June è un progetto cullato molto a lungo da Tsukamoto, che già lo aveva pensato ai tempi del primo Tetsuo. Originariamente voleva fare un film erotico piuttosto violento, ma poi ha ripensato il taglio del film eliminando la violenza e concentrandosi di più sull'erotismo e sulla tematica che contraddistingue il regista, ovvero il rapporto tra il corpo umano e la società moderna.

La protagonista è Rinko, una donna che lavora nel campo dell'assistenza sociale. Più precisamente il suo compito è quello di ricevere le telefonate di gente depressa e disperata, il più delle volte sull'orlo del suicidio, per consolarla ed aiutarla. Il marito, Shigehiko, è invece un normale sarariiman e ricalca il classico impiegato tratteggiato da Tsukamoto: continuamente preso dal lavoro e talmente assuefatto da una società asettica da rifiutare qualsiasi elemento vitale che squilibri l'ordine artificiale a cui è abituato: passa tutto il tempo libero a tirare a lucido la casa, vuole che niente sia in disordine, è contrario a tenere animali per via della loro puzza, prende medicine che cancellano l'odore delle proprie feci e soprattutto si rifiuta di avere una vita sessuale con la moglie. Ciò è fonte di profonda frustrazione in Rinko, la quale però è incapace di dare sfogo alle proprie pulsioni.

A rompere tale equilibrio interviene un terzo personaggio: Iguchi, interpretato dallo stesso Tsukamoto. Egli invia a Rinko delle foto che ha scattato di nascosto che la immortalano mentre si sta masturbando, e per telefono le dice che se vuole i negativi dovrà fare come dice lui. In questo modo la obbliga a fare quello che lei non sarebbe mai riuscita a fare, ovvero a dare libero sfogo alle proprie pulsioni e riscoprire la sessualità sopita. Si tratta del più classico dei villain tsukamotiani, che agiscono contro il protagonista ma per il loro bene, lo mette alle strette per risvegliarlo dallo stato di apatia in cui è sprofondato e consegnarlo a nuova vita. Il suo ruolo è molto simile allo psicoanalista freudiano, che deve riuscire a far riemergere nel paziente i desideri rimossi nell'inconscio, che un falso io rifiuta per effetto dell'azione oppressiva del Super-io, ovvero delle regole e dei modelli che ci vengono imposte dalla società. E' la perdita di godimento che l'uomo paga come scarto alla Civiltà. Allo stesso modo, Rinko non si rende nemmeno conto di quelli che sono i propri desideri, si rifiuta di riconoscersi per quello che è; e sarà solo grazie allo psicoanalista Iguchi se ella riuscirà a rappacificarsi con se stessa e con le proprie pulsioni risiedenti nell'inconscio.

Iguchi non curerà solo Rinko, verso cui è riconoscente perchè l'aveva aiutato quando era sul punto di suicidarsi, ma anche il marito. In realtà questo processo è molto meno approfondito e la parte dedicatagli è breve (d'altra parte la vera protagonista del film è Rinko). Iguchi comunque gli farà fare una serie di esperienze estreme, fino a ricoprirlo interamente di pece (lui maniaco del pulito) e picchiarlo a sangue. Importante è anche quell'indimenticabile scena quando Rinko libera tutta la sua energia sessuale sotto la pioggia e sotto i colpi incessanti dei flash della macchina fotografica di Iguchi, e Shigehiko inizia a masturbarsi riscoprendo così i propri istinti sessuali.

Dal punto di vista stilistico, il film è di assoluto valore: già il bianco e nero virato sul blu, a ricordare il colore della pioggia che scorre incessantemente e si riflette sui palazzi è una scelta azzeccatissima che rende unica la pellicola. Inoltre abbiamo delle importanti novità dal punto di vista della rappresentazione di Tokyo: per la prima volta abbiamo nell'ambiente urbano la compresenza armonica di elementi artificiali e naturali. Se la Tokyo dei due Tetsuo, di Tokyo Fist e di Bullet Ballet era un ambiente totalmente alienante e che rifiutava qualsiasi elemento vitale, qui vi sono una serie di cambiamenti: innanzitutto la casa di Rinko, che coniuga forme squadrate con linee curve e morbide (quello della linea curva e del cerchio è un motivo che permea tutto il film, sin dalle primissime inquadrature), il giardino con fiori rigogliosi e foglie su cui si poggiano le lumache, la pioggia che scroscia violenta ed energica in tutta la città, risvegliando gli istinti sessuali dei suoi abitanti (o almeno è questo che sostiene Tsukamoto, che dice di sentire un erotismo particolare nell'aria in concomitanza della stagione delle piogge in giugno).

In definitiva, A Snake of June è a mio avviso uno dei migliori film di Tsukamoto, che purtroppo nei 10 anni seguenti non riuscirà a tornare agli stessi livelli (nonostante alcuni film indubbiamente riusciti e apprezzabili). Sicuramente è imprescindibile per comprendere l'opera del regista, trattandosi di una tappa fondamentale della sua filmografia in cui esplora esaustivamente la sua visione dell'erotismo.