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CENTOCHIODI regia di Ermanno Olmi

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Invia una mail all'autore del commento Andrea Lade     6½ / 10  09/04/2007 17:53:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ermanno Olmi lascia il cinema con questo suo ultimo lavoro,per dedicarsi alla sua iniziale forma artistica,il documentario. Tracce della sua più grande passione sono però già molto presenti in Centochiodi,e anche per coloro che non conoscono la sua passata filmografia,la percezione di un documento naturalistico è molto forte. I dialoghi sono quasi assenti, la telecamera indugia fortemente sul territorio,sui filari di pioppi e sul sole che penetra fra i rami, forte e quasi fuorviante la descrittività minuziosa dell'aspetto morfologico dielle rive fluviali del Po e del paesaggio circostante. Vago,impreciso e quasi equivoco risulta quindi il soggetto principale del film.
La scoperta di una fede personale, si ottiene solo con l'abbandono delle forme culturali passate ; l'istintualità ci porta inevitabilmente ad entrare in contatto con noi stessi,con i nostri bisogni primari,quelli più elementari, ma occorre spogliarsi di ogni preconcetto culturale e uccidere la cultura librica cristallizzata,pre-formata che nn si concilia con il nostro cammino individuale.
Alcuni momenti sono diretti con un ingenuo linguaggio didascalico come tuttta la sequenza in cui il protagonista si spoglia letteralmnte dei suoi lussi,ma è la struttura stessa di tutto il film che è capace di fornire dati e notizie ,più che di convincere sul piano logico ed estetico.
Centochiodi offre la possibilità di un'accesa discussione e risulta abbastanza stimolante per la speculazione sul genere, ma è da preferire Olmi in"La leggenda del Santo bevitore",dove la sua opera doveva necessariamente essere vista sul grande schermo.