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CENTOCHIODI regia di Ermanno Olmi

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momo     6½ / 10  07/10/2007 12:43:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un opera mancata. Le carte in regola per diventare un capolavoro ce le aveva tutte. I temi ci sono ma la trattazione è stata, a mio avviso, molto superficiale. Il tema principale è molto profondo e semplice: ciò che è scritto può essere travisato, plasmato a piacimento può diventare sterile e privo di significato le emozioni sincere e semplici no . Tuttavia alle volte il semplice è molto più difficile da spiegare del complesso, la vita della comunità la genuina verità nei piccoli gesti quotidiani il diverso significato che questi acquistano (insieme alle parole e i libri) viene trattata con poche semplici frasi poco argomentate e talvolta in contrasto. Non può, per esempio, sostenere la completa inutilità dei libri e poi aiutare la gente raccontando le parabole di Gesù, lette nella Bibbia, oppure scrivere il ricorso con la cultura acquisita attraverso i libri, certo senza le frasi spontanee dei paesani non avrebbe scritto niente però bisogna riconoscere una compartecipazione tra cultura e spontaneità e quindi una certa utilità.
I personaggi non prendono vita e con loro le proprie storie (vedi quella del vecchio padre) e in ciò gli aiuta una recitazione da parte della grande maggioranza del cast che sfiora il ridicolo. Il film va a scatti, dialoghi molto profondi (intervallati da scene poco significative, buttate lì) non vengono poi approfonditi esaustivamente nel corso della trama. La cosa che più necessità questo film è il tempo in un oretta e mezza non si possono confutare 4000 anni di saggezza più o meno celata dal nozionismo e dal dogmatismo della chiesa, non si può neanche affezionarsi ai personaggi o poter dire di averli compresi. Il tutto poi si conclude in un finale assolutamente privo di senso o incomprensibile ai più. Ermanno Olmi aveva cose da dire, aveva una sua verità ma la espressa molto superficialmente e unilateralmente. Peccato.