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CENTOCHIODI regia di Ermanno Olmi

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julian     8 / 10  03/11/2008 22:05:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Chi ne sa cavare qualcosa, buon per lui.
La storia di Centochiodi si dirama in maniera lineare e chiara, si destreggia tra temi importanti e pare che contenga tutte le verità di questo mondo.
Eppure, come con un Fellini, alla fine bisogna ammettere di aver assistito ad una esperienza cinematografica surreale che non ha ribadito altro se non l'assoluta libertà dell'arte, la sua potenza incondizionata e sconfinata.
Come se con l'arte (con il cinema in questo caso) si possa dire qualsiasi cosa, tanto ciò che conta non è il significato.
Il messaggio di Olmi si perde. Ciascuno di noi poi ne ricava ciò che vuole, ma scervellarsi e contraddirsi, come pure fanno i critici, mi pare fuori luogo.
Il film si adagia su due grandi temi: la religione da una parte e l'armonia uomo-natura dall'altra. Il primo contiene l'altro e apparantemente non c'è alcuna connessione logica tra i due.
Per quanto riguarda il motivo religioso, Olmi sembra distruggere i fondamenti della chiesa, ma non quelli puri della dottrina cristiana;
nel secondo invece passa a rappresentare una comunità beata che vive abusivamente sulle rive del Po, quasi a mostrare la condizione dell'uomo che ancora non si è civilizzato, una sorta di stato di natura che viene a crollare con il perfido sistema della proprietà privata.
Questo è ciò che ho visto io e, naturalmente, può essere una marea di boiate.
Tolto questo resta una bella fotografia, una deliziosa sensazione di tranquillità che regna per gran parte del film e una schiera di attori non professionisti di cui si apprezza l'impegno.
Non riesco ad essere obiettivo sulla prova di Degan: a volte sembra che faccia apposta la faccia da martire per essere più drammatico.
Il testamento di Olmi.